lunedì 16 novembre 2015

Non è buonismo, tutt’altro...



Quando leggo su Facebook o su Twitter commenti ad alcune notizie o status inneggianti la chiusura delle frontiere, l’affondamento dei barconi o tutte quelle stupidate “leghiste”dal retrogusto interventista, io mi incazzo.
Per carità, ognuno ha diritto ad una sua opinione, magari anche ad esprimerla, ma sapete che c’è?
Se io so di non sapere un argomento in genere taccio.
Quando leggo gente che straparla (stra-scrive), io mi incazzo, però sul serio.

Ogni volta che magari, armato di pazienza, provo a parlare con costoro, commentando, mi si definisce “Buonista” pensando così di epitetarmi, di chiudermi in una categoria, in una scatoletta e mettermi da parte con la bocca chiusa.
Non sono un buonista. Chiariamolo. Nemmeno un completo pacifista.
Dopo gli attentati di Parigi, ho esortato chiunque tra i miei contatti Facebook avesse idee anti-immigrati ad autoeliminarsi dalla mia “Lista amici”.
Qualcuno lo ha fatto.
Non ne sono felice, ma io non condivido affatto certe idee, anche se provengono da amici che in passato han fatto qualcosa per me, anche se son sicuro siano brave persone...
Gente che però odia l’immigrato ma si riempie il diario della Home di foto di gattini.
Gente che vota la pseudo-sinistra ma poi bestemmia per arrivare a fine mese, sommersa di tasse e col mercato in crisi.
Gente che vive solo di ricordi di un mondo che non c’è più e non è in grado di vivere il domani.
Gente che utilizza come unico metodo di dialogo lo sfottò, senza mai davvero confrontarsi sui contenuti. Gente che non vota e poi si incazza.
Gente che dice “tanto il voto è una presa in giro” che magari è anche vero, ma solo quando non hanno mai votato col cervello acceso e non possono più sedersi comodi da quanto gli brucia il culo.
Ho pena per loro.
Vorrei chiarire con costoro, ma devo pensare a me e mia figlia e vado avanti
Io sono un idealista, questo si.
Credo in certi valori e morirei per essi.
Morirei, si, l’ho detto, e vorrei che mia figlia imparasse almeno questo da suo padre.
Però, contrariamente a queste persone, io un po’ di storia la conosco, magari di livello scolastico, ma la scorro sempre in mente prima di sparare cazzate xenofobe.
Sono per l’accoglienza, non solo per una questione di solidarietà umana, ma anche per un senso di debito “storico” nei confronti delle regioni da cui proviene questa massa di disperati, perchè il loro destino infausto lo abbiamo provocato noi “società civili” occidentali.
il Colonialismo di fine 800-900, lo dimentichiamo?

L’imperialismo, lo sfruttamento delle risorse senza soluzione di continuità, le guerre falsamente giustificate sotto la bandiera delle democrazia, il pilotaggio remoto delle primavere arabe, il conflitto tra israele e i palestinesi, le guerre del golfo, i golpe della CIA e tutte quelle belle porcate che l’Occidente ha fatto o permesso o di cui si è reso complice.
Chi si fa i soldi vendendo armi in quei paesi del medio-oriente o in africa?
Sapete che l’italia è uno dei principali produttori di mine anti-uomo del mondo?
Lo avete capito che Babbo Natale e Dio sono due belle invenzioni commerciali?
La storia moderna non si è mai espressa in un evento locale isolato, ma in un complesso meccanismo globale dove tutto ciò che succede è collegato ad altro, anche se avviene a migliaia di km di distanza, ed il fatto che VOI non lo sappiate non implica che non sia un fatto reale.


Noi dobbiamo a queste persone la nostra ricchezza e, cari amici, la Terza guerra mondiale di cui si parla in questi giorni non è altro che la rivolta dei poveri contro i ricchi del mondo.
Ed è nient’altro che lo stesso conflitto, su scala mondiale, che avviene in piccolo nel nostro quotidiano, con enormi disparità sociali e governi fintamente democratici, votati al capitalismo e alla connivenza col sistema economico più orrendo e ferocemente speculativo che potessimo creare.

I poveri del mondo si sono incazzati, li abbiamo utilizzati per troppo tempo, li abbiamo armati per i nostri scopi e mo’ son cazzi.
La storia è ciclica.
La guerra non è mai stata sconfitta, la tanto sbandierata pace europea è solo una fuffa, così come la democrazia, come in passato è accaduto riaccadrà ancora e la guerra farà nuovamente la sua comparsa sulla scena, anche se non lo vogliamo.

I terroristi dobbiamo fermarli, questo è fuori discussione, ma non nascondiamo le nostre responsabilità, come sistema civile ne abbiamo e sono tante e pesanti. 
Chiudete le frontiere se volete, tanto gli attentatori di Parigi provenivano dalle banlieue...
Il film “L’odio” lo avete mai visto? 
Fatelo, lo consiglio. 
Mentre lo fate, pensate pure che quelle realtà le abbiamo già anche in italia e tra qualche anno saranno molto più consolidate e trepidanti di riscatto. 
Volete sapere una cosa? 
Di gente arrabiata, ai margini della società, ce n’è di tutte le razze e di tutte le religioni. 
Il fanatismo non è altro che una suonata di tromba che dà la carica. 
La religione, quella vera, non c’entra nulla. 
E sì, dobbiamo fermare le decapitazioni, le lapidazioni, le torture, ma sul serio, non perchè lo dice il presidente di una “democrazia” dove ancora vige la pena di morte e la tortura nelle carceri militari o la violenza gratutita della polizia per strada.
 
Io buonista? 
Ma non è che siete voi ad essere un po’ qualunquisti ed ignoranti? 
 
Lunga vita (se ce la fate) e prosperità (se vi staccate dal pc)

mercoledì 23 settembre 2015

La telefonata...



La telefonata che non c'è stata dovrei dire...

Da due giorni ricevo la chiamata dalla Segreteria della Presidenza della Camera dei Deputati, cioè dallo staff di Laura Boldrini.
Per motivi vari, non riesco a prendere la telefonata, poi un messaggio nella segreteria del cellulare mi convince a richiamare io stesso.
Dopo un paio di "richiami dopo, la Presidente è impegnata" riesco finalmente a parlare con la sua segretaria personale però.
Per carità, gentilissima, comprende bene quel che dico, apre la telefonata con un dispiaciuto anche se perentorio "noi però non possiamo trovarle lavoro"...
Lo so, non ho scambiato la Camera dei deputati per un ufficio di collocamento, il fine delle mie mail è un altro:
Sensibilizzare, spingere i nostri politici a dedicarsi con maggiore coesione ed urgenza alla questione del reddito di cittadinanza.
Spiego alla gentilissima Segretaria le mie ragioni, pacatamente, argomentando, raccontando in sintesi vari accadimenti personali per poter esporre un'unico, tragico concetto: non si può pretendere nulla dai cittadini indigenti se non si dà altrettanto.
Tutte le manovre recenti, per sistemare il diritto al lavoro e tutto ciò che gravita attorno ad esso, sono palliativi di circostanza che tagliano letteralmente le gambe a non poche categorie di persone, in genere già precarie e condannate al disagio economico.
Leggi per moderati, appunto, che in Italia, da sempre, sono gli elettori con un lavoro o quasi, gente che in genere non mangia alla Caritas, ecco...
Un andazzo che prima o poi sfocierà in rabbia, convogliando (mi auguro di no) in eversione o quantomeno in stravolgimenti politici che il sistema attuale di certo non gradirà.
A me frega poco.
Non ho niente.
Può anche rovesciarsi il mondo, io peggio di così non posso vivere.

La telefonata si chiude con auguri reciproci e saluti vari.
Utilità zero per entrambe le parti.
In più la Boldrini non son riuscito a sentirla.

La mia idea di spostare le mie rimostranze davanti Montecitorio si fa sempre più pressante.
Il sindaco Vailati ( è lui, mo' lo dico pubblicamente) non ha mai risposto, probabilmente non legge le mail, oppure se ne strafrega...

In attesa di aggiornamenti e news sulla faccenda....

In fede:

Bruno, Superdisoccupato

giovedì 17 settembre 2015

L'unica risposta ...finora



Finora il mio post di ieri non ha avuto alcun effetto se non un centinaio di visite in più al blog e una sola risposta alle decine di mail che ho inviato a politici, testate giornalistiche, bloggers.
La risposta è arrivata da Pippo Civati (che ringrazio), che tramite il suo staff mi dice:



"Buongiorno Bruno

Grazie per la mail. La sua analisi è (purtroppo) corretta e la condividiamo profondamente: in Italia non esistono forme di sostegno al reddito che siano davvero universali. Ci stiamo battendo per costituire un fronte parlamentare che sostenga una proposta che vada in questa direzione, ma purtroppo il governo ha vedute di fatto opposte. 

Le faccio un sincero in bocca al lupo. Cordiali saluti "


Io resto in ascolto, ma quello che voglio davvero è un confronto faccia a faccia con una certa parte politica di maggioranza.
Ho così tanta rabbia dentro, da qualche parte dovrò sfogarla.

mercoledì 16 settembre 2015

Lo Stato smemorato




E' vero, lo Stato si ricorda dei poveri, dei disoccupati, dei precari, degli indigenti solo quando c'è da pagare.

Mi arriva l'ennesima cartella con tributi arretrati che non potrò pagare finchè non avrò un lavoro vero.
Ecco la mia risposta ad un sindaco di un paese della Bassa, in provincia di Cremona ( ho omesso i nomi e gli indirizzi per tutelare la privacy, per adesso) :


Alla cortese attenzione di

XXXXXXXXXXX
Sindaco di XXXXXX


Salve
Mi chiamo XXXXX Bruno XXXXXX (in arte Superdisoccupato).

Perdoni in anticipo il tono poco ufficiale di questa lettera, così come lo stile molto prosaico della scrittura, ma purtroppo le circostanze che mi impongono di comunicare con Lei sono tali da non consentirmi altri metodi che risultino più diretti ed efficaci, pur non venendo meno da parte mia il rispetto per l'autorità da Lei rappresentata.

Sono stato Residente nel Comune di XXXXXX dal 2006 al 2010.
Proprietario di un immobile sito in via XXXXXXXX 33.

Più volte, giustamente, negli ultimi anni, è stato recapitato all'attuale domicilio della mia ex moglie XXXXXXXXXXX ( residente a Palermo) un avviso di pagamento di I.C.I. arretrata, tributi di acqua e Rifiuti urbani ugualmente non pagati.

Ora, io sono assolutamente convinto che le tasse si debbano pagare.
Da questo punto di vista sono sempre stato un cittadino modello.
Il problema però è che tutte queste imposte, queste pendenze, accumulate dal 2008 fino alla conclusione della mia (nostra, familiare) residenza nel Vostro comune, non potranno mai essere pagate.
Almeno, non finchè non cambierà un piccolo ma importantissimo dettaglio, cioè che io o la mia ex moglie si trovi lavoro.

Lei, giustamente, non può essere al corrente di quella che è stata la nostra vicenda familiare ed economica, come giustamente non può essere di alcuna rilevanza ai fini del pagamento delle tasse (dovuto).
Eppure, cercando di sintetizzare, voglio illustrarla ugualmente, sperando ci si possa venire incontro in qualche modo almeno in nome di una qualche solidarietà umana.

Quando acquistai casa, nel dicembre del 2006, lavoravo per una cooperativa di servizi milanese, Apollo S.c.a.r.l. (forse ne avrà sentito parlare in relazione alle proteste di qualche anno fa presso l'Esselunga di Pioltello, dove appunto, lavoravo anche io).
In realtà la busta paga non avrebbe consentito l'erogazione di un mutuo da parte di Unicredit, troppo "magra" ma tant'è che in quel periodo i tassi di interesse erano bassi e i mutui sulla casa venivano concessi con facilità, ove invece ciò non accadeva, un modo "sottobanco" per spingere le pratiche si trovava, sempre.
La Kiron di XXXXXXXXXX fece appunto questo in nome dell'affare da mandare in porto.
"Gonfiò" la mia busta paga e così comprai la suddetta casa di Formigara.

Purtroppo però, nel maggio del 2007, un infortunio al ginocchio (non gradito dai miei datori di lavoro) causò il mio progressivo allontanamento dalla Cooperativa.
Non so se Lei abbia alcuna esperienza in questo campo, le cooperative non licenziano, semmai "allontanano", riducono le ore di lavoro fino a che l'operaio, stanco di ricevere buste paghe sempre più magre non decide di cambiare aria.

Ovviamente il risultato fu che dopo appena 6 mesi dalla stipula del mutuo, con molti mobili ancora imballati in casa, non riuscii a pagare le rate mensili.

Telefono tagliato, gas idem (passai gli ultimi 3 mesi del 2007 senza riscaldamento, senza acqua calda, senza poter cucinare, da solo, avevo mandato moglie e figlia in sicilia per "salvarsi" dalla situazione drammatica") e avvisi sempre più pressanti dell'Unicredit che minacciava ovviamente di levarmi l'immobile.
Senza soldi, senza lavoro, mi ero già messo in cerca di una nuova occupazione già da un po', ma l'auto si ruppe e, non potendola riparare, rimase da un meccanico vicentino (si ero arrivato anche fin lì per cercare lavoro) e lì restò, sequestrata coattamente per mancato recupero.

XXXXXXXXXXX non è propriamente un paese collegato perfettamente al resto della civiltà, lo sappiamo bene, per cui senza auto e senza altro, il lavoro era un'utopia irragiungibile, quindi collezionai molti NO ai colloqui e alle domande di lavoro.

Scappai, cos'altro avrei potuto fare?
Guarìi il ginocchio a palermo, a casa da mia madre.
Poi nel 2008 trovai un'occasione a Treviso, operaio chimico presso la Basf.
6 mesi di contratto e anche lì finì tutto.
Intanto cominciò la Crisi.
La banca mise in asta la casa di XXXXXXXXXXX.

Da allora, e Le risparmio ulteriori dettagli, ho vagato da lavori saltuari ad altri "a nero" fino ad oggi, tra Monza, Roma, Palermo, ma il massimo che io sia riuscito a guadagnare annualmente è stato nel 2013 con la ragguardevole cifra di 8400 euro.

Ovviamente, e non sto nemmeno a specificare come, posso dimostrare tutto.
Basta andare in un Caf per uno storico dei contributi.

Mia moglie invece, in pratica, non ha mai lavorato.

Ad oggi, non lavoro (nemmeno saltuariamente) dal giugno 2014.
Oltre che adattarmi ad ogni mansione (non sono uno choosy) sono anche un illustratore di libri e fumetti, ma questa attività non mi porta in tasca più di 500-1000 euro annui, spesso in forma di royalties erogate in micro-cifre da 100-200 euro quando gli editori decidono di pagare (anche con contratto).

Se Lei fosse al posto mio, avendo a malapena 200 euro in tasca di media al mese (quando va bene) pagherebbe le tasse o comprerebbe da mangiare per i suoi figli (la mia, XXX, compirà 13 anni il 12 ottobre e ha imparato a non chiedere mai nulla ai suoi genitori disgraziati... )?

Non sono una vittima, sia chiaro, errori ne ho fatti e ne continuo a fare nonostante tutto.
Come magari riuscirà a capire da queste righe, una cultura io l'ho, non sono l'ultimo degli ultimi, almeno in questo...
Ho fatto scelte sbagliate che si sono sommate tragicamente a quelle fatte dal sistema.

Ho cercato centinaia di volte di cambiare tutto e ricominciare da zero, la volontà non mi manca, nemmeno l'energia, ma al momento non cambia il dato di fatto che non posso pagare ciò che mi si chiede.

Adesso vivo a Palermo, Via XXXXXXXXX 29, ospite di mia madre.
Non possiedo nulla.
Vivo con ciò che mia madre stessa può passarmi, lei, pensionata, ex maestra elementare con mutuo (non ho padre), che mi dà una mano persino per comprare penne e quaderni per la scuola di mia figlia.

Non ho vizi, non ho hobby se non quello di scrivere e disegnare, non ho impegni, se non quello quotidiano di fare i conti col mio passato, di rinforzare le spalle gravate di tante responsabilità, di mandare domande di lavoro ovunque.
Ho 42 anni, a maggio 43, e non c'è più posto per me e quelli come me.
Non posso avere un sostegno alla disoccupazione perchè la legge Fornero mi taglia fuori (essendo un ex co.co.pro.) e il Jobs Act non include il mio profilo in quelli tutelati.
Non posso avere un sostegno all'abitazione perchè seppur la casa di XXXXXX sia stata assegnata all'asta ne risulto ancora intestatario per la cartolarizzazione che non posso cambiare (onerosa).

Non sono nemmeno uno che se ne frega (perdoni il frasario)... ho manifestato assieme ad altri disoccupati "over 35" la mia situazione pubblicamente, ricevendo addirittura la tessera ad honorem del PD di monza, invitato a destra e manca per tv e radio (Civati a Fermata Italia, Radioarticolo1 a Roma, La Repubblica, alla Rai per La Vita in Diretta...) ma non è mai cambiato nulla e ho smesso di affidare la mia vita alla politica.

Se vuole le prove cerchi pure "Superdisoccupato" su Google.
Sono io.

Mi trovi un lavoro, qualunque sia, una stanza dove poter dormire e io le pagherò tutto ciò che vuole.
In mancanza di ciò, non esiste altro con cui io possa assolvere ai miei obblighi.
Perchè lo Stato Italiano non può ricordarsi di me solo quando c'è da pagare.
Possiedo solo testa per pensare, braccia per lavorare e cuore per vivere.
Anzi, sopravvivere, perdoni il refuso.

la ringrazio per l'attenzione

distinti saluti



sabato 15 agosto 2015

Disoccupati Tv

Ci risiamo
Superdisoccupato ha ripreso il controllo, è ritornato nella mia vita.
Stavolta però credo che si sia munito di idee ed energie nuove di pacca.
Lo odio quando si mostra più determinato di me...
Così mi ha suggerito di riaprire il canale su Youtube, ha voluto che approntassi un set con telecamera e ha girato il suo primo (dopo 4 anni) video messaggio.
E' incazzato, più di prima.
E' risoluto.
Ha voluto anche che accettassi di collaborare alla sua idea folle: aprire una "Disoccupati Tv" in cui raccogliere i video-curriculum di altre persone come lui.
Io non so adesso quanto possa essere vincente questa idea, ma lo conoscete, lui è una testaccia dura, non si fermerà finchè non avrà realizzato il suo intento.
Non sarò certo io a fermarlo.
Quindi ecco qui il link alla pagina Facebook di Disoccupati TV

...E qui invece c'è il suo Video:




L'invito è chiaro:
Iscrivetevi al suo canale, commentate, condividete!

venerdì 27 marzo 2015

Reddito di cittadinanza, un vantaggio per tutti...



Oggi, prendendo spunto da un post di Civati  (che non commento in questa sede) letto stamattina voglio spendere due parole per ribadire un concetto che forse a molti sfugge ma che purtroppo, in assenza di certezze sull'occupazione e conseguente migliore qualità della vita, risulta basilare se si vuole realmente e realisticamente raggiungere un obiettivo di riforma e crescita del sistema "paese Italia".

Il reddito di cittadinanza è necessario.
E' vantaggioso, non solo per chi lo riceve, ma per tutti, dallo Stato che lo eroga, all'industria che produce, fino al panettiere sotto casa...

Una cosa che ancora si sottace è che ogni sconvolgimento della società, sia in positivo che in negativo, modifica tanti parametri basilari, per dirla in soldoni, nella società in cui viviamo tutto è collegato, tutto è parte di un meccanismo, interrompere il movimento di un singolo ingranaggio alla lunga blocca tutto.

Ecco perchè la presenza di diverse milionate di persone "non abbienti" in un paese come il nostro, dal futuro incerto, dalla precaria condizione economica, sempre in bilico tra scandali, corruzione e debito, è pericolosissimo, già lo è oggi ma domani questa situazione rischia di far crollare molti più muri.

Rendiamoci conto che è una catastrofe umana.
La stiamo già vivendo.
Non sta solo in tv o sulle pagine dei giornali, è qui, accanto a noi, nella porta accanto, se non in casa nostra.

Oggi, cinquantenni, quarantenni, trentenni, si ritrovano senza lavoro o, quando va bene, con lavori precari che non garantiscono un tenore di vita adeguato, con retribuzioni che a malapena possono essere definite "stipendi".
Definirle elemosine forse è già un eufemismo.

Generazioni di italiani che loro malgrado han dovuto ingoiare una pillola amara, che si sono ormai assuefatti a questa stortura che vede loro non andare mai oltre 700 euro di (media) al mese, e nemmeno per tanti mesi l'anno.

C'è di peggio.
Come se già tutto ciò non bastasse.
Cioè gente che non ha nemmeno quei pochi euro in tasca.
Molta gente.
Troppa.

Tutto il meccanismo rallenta, spesso si ferma.

Caro Renzi, mi verrebbe da dire, se pensi che con 80 euro in più in busta paga (avercela), debba ripartire l'economia, immagina cosa succederebbe se dessi 700 euro a chi non ha nulla.

La cifra la butto lì, perchè è la stessa che io ho percepito per 3 anni di lavoro con contratto a progetto e che mi ha lasciato senza nulla in mano, senza aver costruito nulla.
Ma la butto lì lo stesso, magari qualcun altro al posto mio l'avrebbe fatta fruttare meglio.

Quando milioni di persone si ritrovano una cifra simile è consequenziale che riparta tutta una serie di situazioni che altrimenti sarebbero ferme.
Soldi nei conti bancari, quindi commissioni per pagamenti e prelievi.
Maggiore capacità di spesa per famiglie.
Migliore qualità della vita, meno malattie "lievi" quindi meno medicine e cure a carico della sanità pubblica.

Più soldi in tasca potrebbe significare anche più viaggi, più pizze al sabato, più cinema, più abbonamenti tv (per assurdo), più bollette pagate, meno prestiti insoluti, meno case all'asta, meno gente in fila alla Caritas.

Chiedete ai City Angels e a Mario Furlan quanta gente "insospettabilmente povera" ha affollato le mense per indigenti negli ultimi anni.

Le coperture, se si vuole, si trovano.
Non venite a dirmi che non ci sono.
Tra tutte le spese assurde di questo paese, ce ne saranno alcune che possono essere sacrificate per poter fare finalmente una cosa giusta, che fa bene a tutti.

Quando il cittadino spende, i soldi, caro Renzi, ritornano e producono altri soldi.

Altrimenti il futuro dell'italia non sarà roseo.
Tra qualche anno, sarà il caso di riformare la Costituzione in maniera più radicale, iniziando dall'articolo 1...
che reciterà " L'italia è una Repubblica pseudo-democratica, fondata sulla povertà di molti e sulla ricchezza di pochi".
Dite che è già così?
Prendo nota, ma non mi rassegno.

In fede

Il Superdisoccupato.




mercoledì 18 marzo 2015

Vuoi la casa? Aiutami a costruirla...e poi lavora da noi.



Sono un inguaribile romantico e non soltanto.
Non potendo nutrirmi delle promesse che la società civile mi fa da quando son nato, imperterrito, mi nutro di utopie.
Lasciatemelo fare, almeno questo.

Immaginate un palazzo di abitazione popolare, senza troppi fronzoli, ma tecnologicamente adatto alle vere esigenze moderne della vita quotidiana.
Cablato per la fibra ottica, ascensori mediamente decenti, riscaldamento autonomo in ogni abitazione, pannelli solari, attrezzature per riciclaggio dei rifiuti, garage con autorimessa, cantine, videocitofoni, pulizia scale e zerbini con scritto "Salve" davanti alla porta di ogni appartamento.
Un condominio mediamente grande, magari in grado di ospitare dalle 50 alle 100 famiglie, magari di più.
Monolocali ampi e luminosi per single, bilocali per coppie, quadrilocali per famiglie medie.

Immaginate che al piano terra non vi siano i classici negozietti, ma tra un portone e l'altro due o quattro centri commerciali di quelli tosti, tipo Auchan, coop, Esselunga e roba simile.
Magari diversificati nell'offerta, tipo un mediaworld e che sò, un Decathlon, per fare qualche esempio.

Immaginate ora che il palazzone in questione sia stato costruito in compartecipazione da questi colossi della grande distribuzione e lo Stato (in tutte le sue forme, comune o regione - le provincie non le nomino, si dice che non ci siano più).

Immaginate pure che chi lo abita lavori all'interno di questi centri commerciali.
Loro e solo loro, senza alcun intervento esterno, eccetto magari i dirigenti.

Provo persino ad ipotizzare che per incentivare l'investimento si sia concesso per un tot anni alle sopracitate aziende la fornitura in esclusiva di mense e servizi statali.

Immaginate poi che fin dall'inizio la manovalanza generica utilizzata per costruire sia stata presa dalla gente stessa che vi abiterà e lavorerà

Finchè abiti lì, lavori lì.
Finchè lavori lì, abiti lì.

Casa e lavoro nello stesso luogo.
Zero perdite di tempo nello spostamento, zero inquinamento, zero consumi energetici abbinati, zero assenze per finte malattie, zero more e sfratti per mancati pagamenti degli affitti, zero disoccupazione in zona, zero criminalità, affari a go go.

Senza discriminazioni o prelazioni.
Tutti uguali, italiani, stranieri, tutti insieme, stesse possibilità, stessi sforzi, stessi doveri, stessi diritti.

La globalizzazione la si potrebbe cavalcare per produrre una vera crescita.
Grandi opere?
No, solo opere grandi, che fanno bene a tutti, a chi le usa, a chi le fa e a chi investe.

Io la butto lì, magari si può fare.
 Metto dentro anche un altra offerta:
Strade e logistica varia tutte attorno affidate con lo stesso concetto a chi costruisce automobili.
Le auto? Elettriche, possibilmente.
Magari non acquistate, ma anche affittate, assieme agli appartamenti...

Io la butto lì.
Cosa mi costa...
Cosa ci costa sognare un po'?
Magari domani ci si sveglia ed è realtà.

In fede

Il Superdisoccupato

martedì 10 marzo 2015

E' solo colpa mia...




Chi vi scrive è un signor Nessuno che ha capito un paio di cose, giusto stamattina, appena alzato.
Sissignori.
Chi vi scrive ha capito che la colpa di tutto è sua e di quelli come lui.
Dicendo tutto, intendo tutto.
La crisi, le beghe di partito, l'immigrazione, le tasse, la criminalità, le proteste...insomma, tutto ciò che c'è di storto in questo paese geograficamente già storto di suo.
Le cose buone ovviamente son merito della politica, invece, dei partiti, dei leaders, dei grandi managers, dei governi che si sono susseguiti e che son caduti (per colpa mia, ovvio che ho sbagliato il voto).
Eh si, perchè fin dalla mia gioventù ho creduto che bastava impegnarsi per poter avere tutto ciò che era necessario per vivere.
Ho creduto (stupidamente) alla famiglia del Mulino Bianco e a tutte le promesse che mi venivano fatte dalla tv, non capendo che quello era un mondo finto.
Colpa mia perchè ho votato a 18 anni (era il 1991) per un ideale di sinistra (progressista magari) per poi scoprire che eran tutti ladri e corrotti e che per colpa del mio voto e della mia ingenuità avevano conquistato delle poltrone e degli incarichi importanti che non meritavano e l'italia è andata in malora.
Fu colpa mia e dei miei genitori (le colpe si ereditano, altrimenti perchè si chiamerebbero "colpe dei padri"?) che sottoscrissero involontariamente col voto quello stato di cose.
Colpa mia il prelievo sui conti del governo Amato ( che sull' Europa, non pronunciandomi in merito, diedi il mio tacito assenso), colpa mia tangentopoli, le sconfitte ai mondiali di calcio ai rigori, (non ero andato allo stadio, non avevo abbonamenti tv e le società di calcio non avevano potuto investire in buoni vivai  di giocatori italiani), le stragi di mafia (ero omertoso), colpa mia anche gli attentati negli Usa, le guerre successive, il Berlusconismo, la tv spazzatura (non avevo una casa mia e non pagavo il canone), la crisi Fiat e di Alitalia (comprai una WW Polo usata e non viaggiavo in aereo)...
Sono colpevole di tante cose.
Così tante che non le ricordo mica tutte.
Capita, alla mia età.
Non mi giustifico, comunque faccio mea culpa.
Solo adesso me ne rendo conto.
E sono colpevole anche adesso, dopo tante brutte cose commesse non ho imparato nulla.
Sono responsabile della crisi economica, della bolla speculativa, del crollo del mercato immobiliare americano, della speculazione sul cambio Lira-Euro, degli aumenti dei prezzi e delle tasse, dell'evasione fiscale, del debito sovrano...
Proprio adesso che non ho un lavoro (ho commesso l'errore di accettare contratti a breve termine o co.co.pro per campare) non posso pretendere alcun tipo di aiuto dal mio paese, non ne ho diritto, come potrebbe infatti lo Stato mantenere un cittadino che innocente non è e non lo è mai stato, uno che semmai ha preso posizione con un'opinione personale su qualche argomento, aveva sempre torto?
Come potrebbe lo Stato aiutare uno stupido come me che spera sempre che dalla crisi se ne possa uscire molto prima che una generazione sia passata a miglior vita?

Non ho alcun diritto a chiedere al mio Governo un reddito di cittadinanza che garantisca me e la mia famiglia nei lunghi mesi in cui, da 42enne anziano e inadatto al reinserimento nel mondo del lavoro (giustamente), attendo di trovare una nuova occupazione.
Che diritto ho di far desiderare a mia figlia (che ovviamente erediterà le mie colpe) una vita migliore, con aspettative e strumenti per realizzarle?
Non mi merito una pensione, almeno non una che superi i 400 euro (non sia mai).
Nessun diritto, io sono colpevole signori miei.
Che peccato che in Italia non ci sia più la pena capitale, sarebbe perfetta per eliminare tanta gente che, come me, è rea di aver sbagliato tutto nella vita e aver reso questo paese mediocre, decadente e votato al suicidio per asfissia.
Sarebbe perfetta come soluzione e ci sarebbe più lavoro per molte persone ben più meritevoli di me e di quelli come me.

Spero davvero che non si trovino mai le coperture finanziarie necessarie per realizzare questa folle idea di un reddito di cittadinanza, così come quelle per una sanità qualitativamente più efficace, o per una ricerca scientifica e tecnologica avanzata ed incisiva, o per una scuola pubblica in grado di formare gente come me, o, infine per imbrigliare e veicolare i flussi migratori in un'azione mirata unicamente a salvare vite umane e restituire loro quella dignità persa nei paesi di origine...

Non sia mai, prego Dio, che si dica che l'Italia è la terra più bella mondo per merito mio e di quelli come me.
In fede
Il Superdisoccupato (chi era costui?)

Dati economici


Deficit di attenzione


giovedì 5 marzo 2015

Con carisma e sintomatico mistero




Ogni volta che ascolto i politici in tv mi vengono in mente alcune parole della famosa canzone di Battiato "Bandiera Bianca"...
Mi è accaduto anche leggendo le risposte ( poche, lo dico subito) alla mia mail di qualche giorno fa sul tema dell'indennità di disoccupazione ai Co.Co.Pro. mandata un po' in giro per redazioni di giornali e gruppi politici di Camere dei Deputati e del Senato.





La più solerte nel rispondere è la la Presidenza della Camera dei Deputati (lo staff della Boldrini), ufficio Relazioni col Pubblico, che così scrive (senza firmarsi di persona):

"Gentile Sig. Bruno

ho girato la sua mail alla Presidente Boldrini.

Cordiali saluti
"

...della serie  riprova, sarai più fortunato.
ad oggi non pervenuto...
Magari visti gli impegni, risponderà più in là.


passiamo ad altro.



Il secondo in ordine di arrivo è il Cittadino 5 stelle Alessio Villarosa, che come consuetudine del Movimento di cui fa parte, è pratico e attacca, nel rispondermi, più o meno velatamente, i partiti di maggioranza che non hanno intenzione di risolvere certe situazioni:

"mi spiace davvero sentire le sue parole, oggigiorno le persone nella sua stessa situazione sono circa 9 milioni in italia, abbiamo depositato spingiamo sempre il reddito di cittadinanza perchè sappiamo bene cosa significa rimanere senza reddito o vivere al disotto della “normalità” inoltre il reddito minimo è uno strumento collegato con dei nuovi centri per l’impiego e facilità l’inserimento occupazionale.

Non è più un sogno ora la legge è scritta e depositata, naturalmente lei sa che i nostri voti non bastano essendo in minoranza. Dovete fare pressioni su chi non vuole più darvi la dignità e di sicuro non è il M5S .

Un caro saluto Alessio Villarosa
"

é una risposta che ci sta, può dare uno scopo a chi si ritrova senza nulla ad affrontare la vita di tutti i giorni, quantomeno, ti fornisce un capro espiatorio per i fallimenti di un sistema (si può essere d'accordo o meno, ma lo fa).




Chi invece risponde con la stessa solerzia di mia nonna che confidava nel Gesù bambino per qualunque avvenimento storto della vita è il PD, nelle vesti dell' Onorevole Angelo Rughetti, questa è la sua mail:

"ho letto con molta attenzione la sua email. Mi rattrista molto leggere ed ascoltare esperienze personali come la sua,  di giovani che vivono sulla propria pelle i drammatici  effetti della  crisi economica  e che sentono di non avere prospettive di futuro e, ahimè, neppure di presente.

La crisi da cui stiamo faticosamente tentando di uscire è stata dura e ci ha lasciato un Paese sconfortato e stremato. E una economia a pezzi, da ricostruire. Non voglio dilungarmi nella solita retorica, l’unica cosa che posso dirle è che davvero ce la stiamo mettendo tutta per risollevare il Paese, per dare una prospettiva di futuro ai  giovani. E  i numeri, dopo un anno di duro lavoro, iniziano a darci ragione: timidi segnali di ripresa che ci fanno ben sperare.

So che la vita quotidiana non è fatta di numeri e statistiche ma di fatti concreti.  E soprattutto di rapidità, perché per chi  vive il dramma delle difficoltà quotidiane il tempo è prezioso.  Per questo continuiamo e continueremo a metterci tutto il nostro impegno.

Le chiedo di tenere duro, il Paese ha bisogno di giovani motivati, umili e pieni di energia come lei.

Cordialmente"



Rughetti mi accomuna alla categoria dei "giovani", per questo lo ringrazio di cuore, ma è l'unica nota positiva di un discorso basato sul fumo, sulla mera dichiarazione di intenti come tante se ne sentono giorno per giorno, da anni, persino dal centro destra (guarda caso).

I numeri danno loro ragione, dice Rughetti, ma la vita quotidiana non è fatta di numeri, se non per le cifre di euro che escono dalle tasche e non rientrano più.

Mi si augura di non mollare, di tenere duro perchè il paese ha bisogno di me, anche se non ne ho mai avuto alcuna indicazione in proposito e ogni volta che l'italia mi ha cercato è stato solo ed esclusivamente per farmi pagare qualcosa o per farmi svolgere il servizio militare.

Al netto delle mie considerazioni personali e delle mie aspettative riguardo questa iniziativa, ringrazio pubblicamente tutti gli interessati per aver letto e risposto alle mie mail, cosa comunque meritevole di essere sottolineata.

Adesso attendo la telefonata di Papa Francesco.

In fede

il Superdisoccupato

domenica 1 marzo 2015

Perchè continuare a scrivere?



Ecco, oggi mi pongo questa domanda e non solo.

Perchè continuare a fare quel che faccio, anche se non molto spesso, come Superdisoccupato?
Perchè continuare a scrivere di questo o quel problema?
Perchè qualcuno dovrebbe ascoltarmi quando ormai tutta l'italia è costellata di storie gravi?
Cosa ho da dare io al mondo?

Non ho una risposta per nessuna di queste domande.
E anche quando le avessi, non credo che interesserebbe a nessuno dei miei contatti in rete, o ai miei "amici", il loro silenzio in più occasioni è più eloquente di qualsiasi cosa.

Non sono un esperto di politica, nè di economia, nè di sociale, o un costituzionalista, io non so nulla di nulla, sono una persona normale, terribilmente banale e nella media, con una cultura che non eccelle, con opinioni che non scandalizzano, non fanno breccia in alcun cuore, in alcuna mente.
Sono un 6 politico vivente, come tanti.
Nella vita, nel lavoro, nei rapporti con gli altri, sono ne più ne meno di questo, un 6.

il 6, ovvero la sufficienza, come insegnavano a scuola, un voto che non interessa nessuno eccetto chi se lo porta a casa, perchè è un voto appena accettabile per stare a posto con la propria coscienza.
Ho fatto il compito previsto, nulla di più, promosso senza pretendere null'altro.

Però la sufficienza, se va bene a scuola, va bene a 9, 14, 18 anni, a 42 non va più bene.
Arriva un momento in cui cominci a renderti conto che hai più orizzonte se guardi indietro che avanti.
Arriva il tempo dei ricordi, delle nostalgie, dei rimpianti e se per caso non hai una vita piena, ma stagnante, ricca di pause, la testa prende il sopravvento e non fai altro che pensare, rimuginare, rimestare su questo o quel fatto e inevitabilmente non ne esci più.

Ti accorgi che non hai più voglia della sufficienza e per una volta vorresti tornare a casa e mostrare a papà e mamma un 8, un 10, una volta sola, così sapresti davvero il tuo valore.

Purtroppo la vita però non è come ce la descrivono a scuola, non è variopinta e facilmente schematizzabile come nei sussidiari delle elementari, non è il resto di una sottrazione nè la somma degli addendi.
Anzi, è più complicata del risultato di un logaritmo e le varianti son così tante che per ogni occasione sprecata esistevano infinite possibilità di scelta e tu hai utilizzato la più misera, sbagliando tutto.

Penso troppo, lo so.
Una cosa però la so per certa.
Non dovevamo vivere così.
Non era questo il futuro a cui dovevamo, nella peggiore delle ipotesi, essere destinati.

Siamo nati nel benessere, ci promettevano benessere, adesso arranchiamo a dispetto di ogni chimera da mulino bianco.
Ci bombardano di belle macchine, di belle cene, di drink, di soluzioni vacanze, ma scostando lo sguardo dalla tv la tavola è vuota, la tasca è colma solo di aria e se è vero, com'è vero che i soldi non danno la felicità, la loro assenza provoca mancanza di dignità, di occasioni, di tempo per realizzare un mondo.

Vorrei smettere di fare il Superdisoccupato, ma troppa gente grida male, troppa gente urla senza motivo, sono tutti arrabiati per partito preso e non guardano la luna, ma solo il dito.
Non c'è scopo, non c'è obiettivo, c'è solo indignazione fine a sè stessa e ogni lamento si ammanta di pornografia, illecitamente, scompostamente espulso nella realtà dopo essere stato incubato per pochissimo tempo nella mente.
Finto impegno sociale, surrogati di figli i gattini piazzati nelle bacheche, tante parole, come fiumi ma poca azione.
Indignazione da bar, a partegiare per questo o quel politico senza capire da dove viene, da dove si viene noi e dove si va.
Credere alle bugie continue e spudorate, una narrazione falsata dalle cravatte colorate, dalle bocche rifatte, dalle acconciature e dai make up freschi di truccatore.
A me tutto ciò sta stretto.
A me tutto ciò non piace e se potessi mi proporrei per una missione senza ritorno verso marte.
Ma non posso, non ho il fisico e mia figlia mi vuole qui, adesso, a tenerle la mano, ad abbracciarla quando si sente fragile e sola nel mondo.
Devo alimentare quella risata argentina, quello sguardo fiducioso, innocente, anche se non ha ancora compreso che suo padre non ha mai imparato a vivere e quando ha provato a farlo ha fallito miseramente.
Devo risolvere tutto prima che lei comprenda, prima che anche lei arrivi al punto di guardarsi indietro e dire le stesse parole che oggi ho detto io.
La catena va spezzata e se un Superdisoccupato è in grado di spezzarla, per quanto possa sembrare ridicolo, inutile, un Superdisoccupato la spezzerà.
Per questo continuo.
Perchè Superdisoccupato è il mio 8 in pagella e lo è stato tante volte.
Lo è stato nel leggere 500 mail di altri disoccupati e disperati in tre giorni.
Lo è stato nel parlare in radio, parlare davanti a politici nel parlare davanti una telecamera.
lo è stato nell'andare a investigare sulle storture del sistema interinale, lo è stato nel protestare pubblicamente in piazza.
Lui è stato persino un 9 in pagella quando i pensionati si trovarono 2 euro di pensione e nessuno lo sapeva.
Quando venivano licenziati da un lavoro nero impiegati di una ditta sporca che però aderiva da facciata alle iniziative antipizzo.
Quando uno sfortunato uomo paralizzato dalla testa in giù avrebbe dovuto attendere 6 mesi per ottenere un diritto all'assistenza.

I miei voti belli in pagella in fondo ce li ho.
Me li sono meritati.
Ne voglio ancora, non sono nato per accontentarmi della sufficienza.
In fondo è uno scopo come un altro.
Non ho più un lavoro, non levatemi anche questo.



venerdì 27 febbraio 2015

La volta buona? Non per me




Buongiorno

E' mai possibile che un' indennità di disoccupazione, per tirare avanti fino al prossimo impiego, io non riesca mai ad ottenerla?
Non credo di essere il solo in questa condizione, tra l'altro.
Ho terminato il mio lavoro come Co.Co.Pro. a giugno 2014 e per la legge Fornero non avevo diritto all'indennità "Una tantum" poichè nei precendenti anni non avevo mai avuto degli "stop" nel contratto, cioè maturato mesi senza contributi (3 anni continuativi per la precisione).
Amen.
volevo organizzarmi per ottenere almeno un mese di contratto da qualche parte e poi fare la richiesta per il 2014.
Una scappatoia in attesa d'altro, sia chiaro.
Adesso arriva Renzi col Jobs act e in pratica la nuova indennità (dis-coll) la ottengono solo quelli che han cominciato un Co.Co.Pro dal gennaio 2015.
Ci sta prendendo in giro?
E' riuscito a fare peggio della Fornero.
Non ho ancora letto le specifiche della legge in materia di contratti, ma credo che se questa è una delle sfumature il resto è decisamente "mortifero".
A parte tutto, io mo' come campo e faccio campare mia figlia?

No, dico, a 42 anni non è che i lavori mi piovono dal cielo.