sabato 30 aprile 2011

12 princìpi

domenica 24 aprile 2011

Ma sì dai, ...buona Pasqua...


Si si, certo, auguri a tutti, buona Pasqua, prendete e mangiatene tutti, Cristo è risorto, passami il pane che lo spezzo e me lo condisco come piace a me, con scamorza affumicata nelle ceneri dell'Araba Fenice, mortadella, tamarindo, bevilacqua anzivino.

Sto delirando?
Macchè, magari...
No, citavo e arzigogolavo tra virtuosismi lessicali di nessuna importanza.
Notizia fresca fresca: i famosi ovetti Kinder, in quel di Germania vorrebbero metterli al bando perchè ritenuti pericolosi per la vita stessa dei bambini.
No, nessuna controindicazione del cioccolato al latte, ma delle sorpresine invece si.
A quanto pare i bambini tedeschi non riescono a distinguere facilmente cosa è commestibile e cosa no e qualcuno sta pensando di vietare la vendita dei tanto amati ovetti con sorpresina.
Anche per le nuove generazioni della nazione più florida d'Europa la vita comincia ad essere difficile...

Certo, la partenza è alquanto bizzarra, ma vale la pena sottolineare la notizia.
In altri posti del mondo l'ovetto propone sorprese ben più sgradite, pur continuando come sempre ad essere divorato...
Da un po' di anni a questa parte le tanto attese feste pseudo-religiose, che in passato promettevano regali e sorprese, stanno deludendo, anche parecchio.
Il Natale, dall'albero colmo di doni da scartare, o la Befana, archetipo mistico del pony express, così anche la Pasqua, stanno divenendo ormai tristi appuntamenti per sottolineare quanto le cose siano mal messe in generale.
Si, ok, le feste non dovrebbero mai perdere il loro vero significato, ma si sà che sono da sempre state adottate come "termometri" per misurare e testare il benessere di tutti noi, per cui amen.

Già vedo i "servizi" dei telegiornali...
-"quest'anno gli italiani hanno speso più dell'anno scorso in cartoline di auguri..."
oppure
-"sorprendente sorpasso rispetto alla tendenza del 1984 di acquisto di fermatovaglie, quest'anno un 67% in più rispetto all'anno delle olimpiadi americane..."- con intervista speciale ad Alberto Cova, ingrassatissimo che conferma stupito, ma sorridente, il dato ISTAT...

Signori miei...
Se mi chiedessero cosa voglio trovare nell'uovo di Pasqua risponderei "qualcosa", o "qualunque cosa", basta che non sia vuoto.

Il problema è che io non compro l'uovo di Pasqua...

Nonostante negli ultimi due mesi le mie finanze si siano risollevate di un buon 15% (oggi mi piacciono le statistiche, ho scoperto il tastino giusto...) grazie alla vendita delle magliette del Superdisoccupato


il mio regime di spesa, consumisticamente parlando, rimane sempre quello di un nullatenente...

Per me 50 euro valgono ancora 100.000, come quando non ne vedevo per mesi interi...
Resto ancora un disoccupato che spera in un lavoro fisso.
Ma, è giusto a questo punto della storia sperare in un posto fisso?
Ancora?
le tendenze dicono di no...
Un 45% (!) di giovani disoccupati cominciano a rendersi conto che il lavoro va portato avanti in maniera autonoma, senza ricorrere al solito gioco "assunzione-stipendio-pensione"...
Il restante 65% resta ancorato alla vecchia concezione, aumentando la propria frustrazione; tra costoro, un buon 37% ha addirittura smesso di cercare, chiudendosi a riccio in un autismo sociale che nemmeno il più mondano dei sabato sera riesce a rompere...
La tv del dolore e dell'informazione di parte intanto mette il carico da novanta.
I precari e i disoccupati che possono essere mostrati in prima serata non devono superare i 35 anni.
notizia di fonte sicura.
anche un Superdisoccupato ha i suoi informatori.
Ma c'è anche peggio...
Non possono essere ingaggiati nemmeno se sono persone di cultura o giornalisti.
Li vogliono sfigati, meglio se senza nè arte nè parte.

Nei tempi antichi, quelli con la "A" maiuscola, un diciottenne come Alessandro Magno, per capirci quello che ha inventato la Macedonia, vinceva l'esercito di Tebe praticamente da solo...
Lui moriva a 33 anni, dopo aver conquistato un impero che si estendeva dalla Grecia all'India...
A quei tempi un quarantenne era già considerato anziano, visto che le prospettive di vita erano molto esigue...

Io a 37 anni ho raggiunto solo pochi obiettivi...
A 32 ho comprato una casa che mi hanno pignorato e messa all'asta, a 34 ho perso una monovolume francese comprata a rate, e sono attualemnte considerato "vecchio"dalle aziende che potrebbero assumermi.

siamo tornati indietro di 2000 e passa anni...
2336 anni, per essere precisi e pignoli....
A questo punto mi converrebbe farmi un corso di Spada (medioevale se non altro), investire in un cavallo e andarmene in giro a conquistare territori e soggiogare genti straniere...
magari riesco ad avvicinarmi allo standard di Giulio Cesare, un po' più anzianello di Alessandro al momento delle sue gesta galliche...
Ah no dite?
C'è già chi lo sta facendo...
ok, scusate...
...e mica posso avere sempre io l'idea imprenditoriale del secolo...

buona Pasqua

giovedì 14 aprile 2011

che Italia è ?



25 euro in due giorni e mezzo...
ecco quello che ho speso in elemosina e offerte libere andando a Roma.

iniziamo dal primo giorno.
scendo dal treno, una Frecciarossa di Trenitalia,
avrei voluto spendere meno con un normale Intercity, ma un contrattempo all'autobus che va da Concorezzo a Cologno mi ha fatto perdere il treno della mattina per il quale avevo il biglietto.
una mia amica carissima di Imperia mi fa il biglietto da zero via internet, in tempi ultra-rapidissimi, e io sono di nuovo in corsa per raggiungere Roma e partecipare alla trasmissione Ellecult di Radioarticolo1, la radio della CGIL.
Roma è bellissima.
c'ero già stato, ma il ricordo era sbiadito e fugace, perso tra i meandri della mia infanzia e tra gli innumerevoli paragrafi dei libri di storia e geografia.
Roma oggi prende un altro significato.
per me rappresenta una rinascita, un'occasione per far sapere al mondo che esisto, e che ho un problema.
Roma però prende il sopravvento.
si impone con la sua monumentalità, la sua millenaria presenza, mi inghiotte e mi plasma; io ritorno ad essere una formica, un niente dinanzi a  tale magnificenza.
appena sceso dal treno incontro e conosco di persona Massimo Razzi.
all'inizio sorrido e penso che corrisponde al tipico clichè del giornalista...
menefreghista della forma, attento ascoltatore...
persona eccezionale, affascinantissima.
approdo in radio, dopo aver conosciuto anche Emiliano Sbaraglia. meraviglia delle meraviglie, senbra un incrocio tra Andrea Pazienza e Bruce Campbell, parla tantissimo e mi sembra incredibile sentendolo parlare che sia uno speaker radiofonico, visto il suo fortissimo accento romano.
prima però, mangio il mio primo abbacchio, seduto insieme a Razzi in una trattoria vicino la stazione Termini.
il mio primo pranzo al ristorante dal 2000...
incredibile ma vero, 11 anni di assenza tra i tavoli di un locale del genere.
la cosa mi mette di buon umore.
sono comunque imbarazzato.
cominciamo a parlare del più e del meno, ma il discorso "precariato e disoccupazione" è quello che compare più spesso.
vengo così a sapere che alla redazione di un importante giornale come La Repubblica ci sono tanti giovani bravi giornalisti ancora senza sicurezze e che persino uno come Sbaraglia, che lavora in radio e che ha scritto diversi libri, deve tribolare tra 3 lavori per campare.
è proprio vero il detto "non è oro tutto ciò che luccica"...
la mia apparizione in radio dura mezz'ora, ma a me pare durare 2 minuti.
sono emozionatissimo, ed imparo l'ABC del porsi davanti al microfono.
il tutto si svolge in una saletta piena di computer, con annessi due localini isolati acusticamente.
Emiliano mi fa una serie di domande, e io, come posso, cercando di pensare alla svelta, rispondo evitando di andare fuori tema rispetto alle domande.
sono emozionatissimo.
lo sguardo della bellissima regista mi solleva, ogni tanto mi schiaccia l'occhio dandomi sicurezza, e i suoi sorrisi sono una panacea contro ogni insicurezza.
non sarò mai un Jerry Scotti o un Claudio Cecchetto, ma me la son cavata alla meno peggio.
il messaggio è passato.
il risultato qui:
http://www.radioarticolo1.it/audio/2011/04/11/7942/bruno-il-superdisoccupato-storia-di-un-lavoratore-precario

i minuti successivi la diretta sono un accavallarsi di adrenalina scemante e di proposte radio di cui parlerò in seguito.
ad ogni modo sopravvivo e ,dopo una bellissima serata con la famiglia di Razzi al completo parlando piacevolmente del più e del meno, mi addormento altrettanto piacevolmente dopo aver guardato per una buona mezz'ora al balcone i bellissimi palazzi del quartiere Salario-Trieste...
l'indomani mi ritrovo su un taxi, con Razzi, diretto verso Palazzo Chigi, da dove ho intenzione di inizare il mio tour per la capitale.
prima di salire sul mezzo, davanti l'edicola, un anziano, un barbone, pardon, un clochard chiede l'elemosina.
senza farmi vedere da Razzi, allungo 2 euro al tipo, che con un sorriso mesto mi ringrazia augurandomi buona fortuna...
saliamo sul taxy dopo un'attesa di 10 minuti scarsi...
lungo il tragitto penso solo ad Alberto Sordi "Tassinaro"...
passiamo davanti "Villa Borghese", anche lì la mia mente richiama ricordi di film e capitoli di storia...
arrivati davanti la sede del governo, scendo e saluto Massimo.
passo in mezzo ad un cordone di transenne metalliche e poliziotti dall'aria severa e distaccata.
dopo una prima ora passata a scrutare tutte le auto blu e i signori in doppio petto scuro che entrano nel palazzo mentre parlano al cellulare o discutono di decreti e menate varie, Roma, la vera Roma, quella millenaria, mi inghiotte.
la sensazione è che il gigante non si curi delle beghe delle forniche attorno a sè.
Roma vive nello stupore dei turisti, negli occhi dei finti centurioni a caccia di foto con le turiste tedesche, nelle zampe dei cavalli delle "botticelle", nelle trattorie dove camerieri sfrontati e simpatici ti fanno il pelo e contropelo di parole, sorrisi e conti da pagare.
Roma è bellissima, ma il re non è Berlusconi, e nemmeno Napolitano, ma Totti.
il suo nome, stampato su tutte le magliette che vedo in giro tra bancarelle e negozi di souvenir rivaleggia in quantità e presenza con quello di "SPQR" e "ITALIA"...
per due secondi sono tentato anche io, come un gruppo di giapponesi, di comprare una maglietta del Pupone...
ma la mia attenzione viene rivolta ad altro.
una ragazza bionda, capelli corti, bellissima come il sole, ma con il viso sconvolto da chissà quale tragedia, percorre una strada su una sorta di carrellino..
le sue gambe, contorte e paralizzate fanno da derive al suo incedere...
chiede l'elemosina, e io, senza pensarci, afferro dalla tasca una manciata imprecisata di monete.
non faccio nemmeno caso a quanto ammontino.
le lascio cadere con delicatezza nel bicchierino di plastica bianca che tiene in mano, lei mi sfoggia uno dei più bei sorrisi che abbia mai visto in vita mia.
mi ringrazia e mi augura buona giornata.
le strizzo l'occhio, mentre lei, sorridente, continua il suo giro skateboardando tra i turisti.
scena simile accade pochi minuti dopo in una via adiacente, dove una signora, una zingara, siede di fianco una tabaccheria.
anche a lei elargisco qualche moneta...
la donna mi regala mille benedizioni che sento anche dopo essermi allontanato.

la cosa accade altre 6, 7 volte durante l'arco della giornata.
anziani, giovani, uomini, donne, tutti precari o barboni.
Roma ne è piena, come è piena di monumenti.
dai suonatori e ai ritrattisti a piazza Navona, ai non vedenti a piazza del Popolo...
vorrei avere tanti soldi da donare, ma non posso, e faccio quel che riesco...

tanta magnificenza, tanta ricchezza nei posti del potere, auto blu a profusione, eppure c'è tanta, tantissima gente, un popolo intero di poveri in attesa.
concludo la giornata stanco, con i piedi a pezzi, davanti al Colosseo, di fronte a me il Foro romano e a destra il monumento del Milite Ignoto, il Vittoriano...
il sole inizia a tramontare, e io torno alla base, a piedi con Razzi, dopo aver ascoltato le lamentele di un gruppo di teste bianche partigiane e pacifiste che discutono l'indifferenza verso il popolo libico e gli immigrati da parte dell'unione europa.
anche questa è italia.
il mio paese.