martedì 31 maggio 2011

LA VENDETTA DELLE MEZZE STAGIONI...


E' finita la campagna elettorale, quindi posso sbottonarmi un po'...

nelle settimane precendenti, pur non essendo direttamente interessato alle elezioni amministrative milanesi, mi ero piacevolmente mischiato alla folla oceanica presente in piazza Duomo in tutte le occasioni "comandate"...

sono andato ad ascoltare Pisapia con Vecchioni, ero presente sotto l'acquazzone quando il neo-sindaco di Milano si è presentato in versione Zelig, con comici e cantanti, ed ero ancora lì ieri, il giorno della vittoria finale.



La piazza era un tappeto arancione di allegria, di euforia, di ottimismo, palpabili, annusabili, inequivocabili...
il sorriso della gente era smagliante, contagioso...
Sembrava di stare in un sogno metropolitano alla Woodstock...
E' stata rinominata la "Primavera" di Milano, ma attenzione al giudizio che viene dato, la realtà potrebbe essere un po' diversa da come si pensi...
Oggi Berlusconi è ancora lì, attaccato come non mai alla propria poltrona, forte ancora di una certa maggioranza parlamentare. Certo, la situazione per lui & soci adesso è molto più complicata, ma diciamo pure che si stesse disputando una partita a scacchi, il premier sarebbe ridotto con pochi pezzi e prossimo a subire lo smacco finale, l'attacco al re...
Ancora non basta...
Perchè non basta?
Perchè chi ha vinto queste elezioni amministrative non è nella maggior parte delle città interessate un esponente del PD in senso stretto, ma di SEL, o IDV....



E se guardiamo alle tematiche dello stesso PD in campagna elettorale, l'antiberlusconismo l'ha fatta da padrone, mentre invece chi ha vinto lo ha fatto senza prestarsi a questo gioco vizioso e senza contenuti...
Di contro, infatti, il PDL ha perso proprio perchè l'anticomunismo ha stufato, tra le tante cose, specie se condito da accuse infamanti, offese e cadute di stile varie...

Oggigiorno, basta dichiararsi Antiberlusconiani per sentirsi persone civili ed impegnate, ma è un errore gravissimo, frutto di un'analisi superficiale pericolosissima.

Come ho sempre detto, io sono una persona qualunque, la mia cultura è nella media, così come il mio giudizio politico, però una cosa l'ho capita...

Non si può dire "io sono contro" per essere "pro" cambiamento, "pro" rinnovamento o "pro" evoluzione (in meglio) del paese...
Limitarsi ad attaccare a testa bassa è forse peggio del non far nulla, anzi, spesso e volentieri è la stessa cosa...
Sotto questo aspetto, non sono Anti-Berlusconi...
Anzi, di Berlusconi non me ne frega proprio nulla, io guardo avanti, oltre l'omunculus che si insinua nel cervello con i suoi motti, le sue veline, i grandi fratello e le vendite tv di tappeti e attrezzature per dimagrire...
Lo lascio lì dov'è, a promettere dentiere per anziani, io, da vecchio, anche senza denti, sarò ben lieto di sorbire brodini pur di farlo da uomo libero e orgoglioso di non aver perso la dignità a causa dell'inettitudine e dell'egoismo di un'oligarchia ipocrita e irresponsabile...
Oggi è il primo giorno di qualcosa, chiamatela Primavera, chiamatelo Cambiamento, fate voi, a me al momento non cambia nulla...
Il cambiamento è ancora assente alla chiamata, la crisi è ancora tra noi, che si faccia parte della Destra o della Sinistra, chi è senza lavoro lo resta...
Forse anche per i giovani leghisti (visto il calo di preferenze anche in casa Bossi) la realtà è più dura di quanto abbiano fatto credere loro...


La mezza stagione è tornata, adesso, speriamo che sia un'estate piacevolmente calda...

lunedì 23 maggio 2011

2012 FOREVER



Perchè si vota il peggior candidato possibile?
Perchè gli Itagliani sembrano sempre sbagliare nelle cabine elettorali?
Perchè una città come Napoli viene data in pasto ai peggiori rappresentanti dello schiavismo e della speculazione che ci sono in giro?
Perchè Berlusconi è al potere con il benestare di una grossa fetta della popolazione?

Voi non lo sapete, ma tutto odora di moda catastrofista alla " 2012"...

Di cosa vado farneticando?
No, amici miei, non farnetico affatto, ma osservo e traggo le mie conclusioni....

Siamo così tanto qualunquisti da non riuscire a concepire il futuro come strettamente legato alle nostre azioni.

Partiamo da un presupposto...
Cosa è il tanto citato "Qualunquismo"?

Ve lo spiego io, a patto però che poi lo ricordiate e non usiate questo termine a sproposito, come spesso sento...

Il Qualunquismo è un fenomeno psicologico-sociale nato nel dopoguerra, fenomeno prettamente italiano nella sua più tipica accezione, ma riscontrabile anche in altre culture...
In cosa consiste?
Semplice, è una sorta di pensiero che tende a dissociare, nei suoi effetti, il ruolo della politica a quello del vivere quotidiano.
Una consapevolezza, o una frustrazione per meglio dire, che attanaglia quasi esclusivamente l'uomo comune e che tende a farlo convinto che, nonostante gli sforzi più grandi, l'ordine costituito (lo Stato) vada avanti sempre e comunque senza che nulla ne scalfisca le azioni o le leggi.
E' un atteggiamento dannoso, pericolosissimo, che ormai noi italiani abbiamo assorbito nel nostro dna, e che ha permesso a tante, pessime abitudini di radicarsi e dominare la nostra vita.
Al Qualunquismo devono il loro successo tanti fenomeni criminosi e tante aberrazioni del vivere sociale, come la Mafia, la Corruzione, il Nepotismo, la Camorra, la Disoccupazione, l'Indifferenza, e quant'altro...
Quando non è stato il Qualunquismo a rovinare la vita sociale del nostro paese, è stato il suo opposto, l'Estremismo ideologico, che ha portato alle stragi del terrorismo (anni '70), quindi una reazione agli antipodi...

Se il Cavaliere venisse a proporre un casinò in piena Milano, per qualunquismo, in molti voterebbero la Moratti....
ecco perchè simpatizzo con il Movimento 5 Stelle, in questi giorni più del solito, perchè, "Grillate" a parte, l'idea di una mobilitazione civile per cambiare la politica attuale mi sembra grandiosa!!

Cosa ha a che fare il Qualunquismo con Berlusconi e con il 2012?


Beh, è facile da capire...
Siamo così abituati a non far nulla per cambiare la nostra vita, e a delegare tutte le responsabilità a qualcun altro, che abbiamo votato nella falsa convinzione (e lo facciamo tutt'ora) che sovvertendo i pronostici si possa avere un radicale cambiamento in meglio.
Lo facciamo sempre quando tifiamo per la squadra di calcio più debole, lo facciamo anche quando sappiamo che i candidati fanno schifo, però non vincono da troppo tempo, e godiamo al pensiero che, vincendo, possano apportare una trasformazione radicale delle nostre vite.
2012, appunto.
Nessuno in realtà crede a tutte le stronzate sulle previsioni Maya, tutti sappiamo che non c'è nessun pianeta Nibiru in arrivo, eppure a tutti piace l'idea masochista che il mondo possa finire o mutare dall'oggi al domani a causa di un evento tanto fantastico quanto improbabile come quello previsto...
Non crediamo più in nulla, men che meno in noi stessi.
Dire che viviamo in un secondo, modesto, Medioevo materialista, non è affermazione tanto azzardata.
Dio è morto da tempo, e tendiamo anche a mettere da parte coloro che realmente nutrono una sorta di spiritualismo coatto, l'unico rimasto dalle nostre parti...
Sono morti i valori, e tutto gira attorno a logiche economiche schiaviste imposte da pochi ai molti, attraverso un meccanismo vizioso e perversamente sottinteso...

Prima ho detto Berlusconi, ma potevo anche nominare Bush (padre e figlio fate voi...), o chi per loro...

In Spagna ci sono gli "Indignados"e sembra stiano maturando un messaggio davvero onesto, mentre il mondo arabo ormai si è fatto soggiogare dagli interessi delle potenze europee e dall'Islam più conservatore...
la base di partenza però era giusta...

qui Bruno, a te Italia, passo...

la mia Italia: manifestazioni, pagatori mancati e baciapile...


Il fatto che io apra questo post facendo le congratulazioni per un lieto evento annunciatomi da una delle più care amiche che ho non vuol dire che il mio umore sia alle stelle.

Anzi, tutt'altro...

-Auguri Socia, sei fantastica, sarai una madre stupenda!!!-


Torniamo a bomba....
Sono arci stufo di parecchie cose.
Iniziamo da me stesso.
Poichè il primo passo per cambiare la propria vita è cambiare il proprio atteggiamento, ho deciso di smettere di subire passivamente le iniziative, gli errori, le decisioni che "Altri" prendono per me...
Ho intenzione, tra un paio di settimane, di organizzare una grossa manifestazione a Milano, che raduni tutti coloro che come me, son costretti ai margini, sono stanchi e vogliono mostrare rabbia e determinazione.
Molto spesso certe manifestazioni (quasi tutte) lasciano il tempo che trovano, poichè come ho già detto in passato, quando ogni partecipante torna a casa propria, non è cambiato nulla di concreto...





Questa dovrà essere una manifestazione diversa, che dovrà cambiare realmente la quotidianità di ogni partecipante...
Questo è il mio obiettivo.
La mia idea si articola in più iniziative, pacifiche, ovviamente, ma provocatorie, nell'ambito di una dimostrazione, se possibile itinerante, di fantasia, idee, partecipazione comune, solidarietà, ricerca di lavoro.
Presto metterò giù un vero e proprio programma che farò girare (chiunque abbia idee utili può condividerle, sarebbe cosa gradita), e a chiunque lo riceverà, a prescindere dall'adesione, chiederò di condividerlo con ogni mezzo.


Divulgherò l'evento partendo da questo blog, poi con un evento su Facebook e Twitter...

Cambiando argomento, come avevo predetto, la campagna elettorale in vista dei ballottaggi di Domenica ha sconfinato nel peggior cattivo gusto che potesse essere messo in piazza.
Mai sentito accozzaglia peggiore di idee farneticanti e accuse senza nè capo nè collo.
Gli estremismi della Lega poi sono imbarazzanti, mi meraviglio di come abbiano fatto questi qua ad arrivare al governo...
Evidentemente tendo troppo a sopravvalutare il quoziente intellettuale di certa parte della popolazione italiana, nonchè i loro valori base del vivere civile...

Quanto a valori base, in questo periodo sono davvero disgustato da alcuni utenti conosciuti su Facebook, persone che non fanno altro che decantare dalla mattina alla sera la propria religiosità e moralità, quando invece non hanno mai mosso un dito per "dare una mano"...
E non parlo soltanto di me...


Una massa di ipocriti baciapile, portati a vedere satana ovunque tranne che in se stessi, quando girano la testa di fronte alle situazioni davvero difficili di chi vive meno bene di loro...
Tanto Dio vede e provvede...
Vergognatevi...
ma non mi dovrei stupire più di tanto, perchè i primi a crearmi difficoltà nel recente passato son stati proprio i bravi "cattolici" di paese, negandomi un pasto minimo al giorno...

avrei anche due paroline da spendere su un quintetto di persone che prima hanno acquistato le mie magliette ( anche 3 alla volta), e poi al momento di pagare son sparite (attendo da un mese o giù di lì)...
Peccato soltanto che io abbia spedito il tutto in buona fede prima di ricevere il giusto compenso...
Le magliette del Superdisoccupato portano bene a tutti, ma a chi non le paga che sfiga sia...
Poi ci sono certi sapientoni che mi vengono a fare la morale, dicendomi che non ho voglia di cimentarmi come "imprenditore"...
Ma se devo avere a che fare con gente inaffidabile del genere, ditemi voi che imprenditoria dovrei realizzare...

vabbè...
vado a cucinare và, il pranzo mi aspetta...
ciao Italia, non ti fare male...

mercoledì 18 maggio 2011

Gojira irasshaimase!!! ...L'atomica e i cartoni giapponesi...


Benvenuto Godzilla!
E' questo il significato di ciò che ho scritto.
No, non parlo giapponese, ma dopo più di trent'anni di cartoni animati sorbiti più o meno passivamente per forza di cose un minimo di "imprinting" l'ho subito pure io, permettendomi ogni tanto di fare sfoggi simili...

Molto spesso non ce ne accorgiamo, ma il peso che hanno avuto nella nostra vita i cartoni animati giapponesi (Anime) è davvero notevole, sotto tanti punti di vista.

Il fenomeno, in Italia, inizialmente solo televisivo, ha origini verso la fine degli anni '70, spesso andando di pari passo con la nascita delle TV private, delle quali, spesso e volentieri ne è stata l'arma vincente.

Si può tranquillamente affermare che la prima forma di globalizzazione avviene proprio grazie alla diffusione degli Anime ( da non confondere con i Manga, semplicemente "fumetti"), vero e proprio ciclone che invade le nostre case a colpi di Lame Rotanti e Magli Perforanti, fino a portare davanti agli occhi delle prime generazioni tematiche e argomenti a volte incomprensibili per un pubblico di cattolici (per lo più) europei...
ma se consideriamo quale enorme impatto possano aver avuto per noi i "mitici" cartoni animati giapponesi, figuriamoci cosa rappresentano per gli stessi abitanti del Sol levante...

Molto spesso, si tende a banalizzare i messaggi presenti negli Anime, riducendo il tutto ad un cocktail di legnate, raggi laser e trasformazioni improbabili, ma non è così...


Il Giappone è uno dei paesi che escono più devastati dalla Seconda Guerra Mondiale.
Grande impero conquistatore, alleato della Germania Nazista e dell'Italia Mussoliniana, nel 1945 subì per ben due volte quello che attualmente rimane l'unico bombardamento atomico della storia deliberatamente effettuato su centri abitati.
Per onor di cronaca, Hiroshima e Nagasaki, le due città bersaglio delle prime due bombe (all'uranio la prima, al plutonio la seconda), provocarono nell'Agosto del 1945 ben 200.000 vittime immediate.
Un'ecatombe solo considerando questa cifra, ma molto peggio se si contano anche gli oltre 100.000 morti a causa delle radiazioni nei mesi e negli anni successivi.

Capirete benissimo che nell'arcipelago nipponico il tema dell'atomica e delle radiazioni è un argomento abbastanza scottante.
Mi pare evidente che un avvenimento del genere segni indelebilmente più di una generazione e ciò lo si nota abbastanza bene nelle opere di fantascienza giapponesi, sia che si tratti di cinema che letteratura o Anime ( e manga).


Il primo, lampante esempio ci arriva proprio dal cinema nipponico di inizi anni '50 : Godzilla.



Inizialmente ispirato come una sorta di "spin off" di King Kong, il film (1954) ci presenta un'enorme lucertola gigante, Gojira, che è stata trasformata a causa degli esperimenti nucleari americani nel Pacifico.
Da questo immediato successo, nasce un'intera serie, che continua al giorno d'oggi, con remake e continuity che non manca di raccogliere un grossissimo pubblico, non solo in giappone, ma in tutto il mondo.
La paura dell'atomica è grande nel 1954, una ferita ancora aperta, e l'inizio della Guerra Fredda e della corsa agli armamenti non fanno altro che riaprirla sempre più.
Godzilla è un esorcismo.
Un esercizio di psicanalisi, una favola terribile, dove nuovamente l'uomo, con tutta la tecnologia a disposizione non può nulla contro il mostro atomico, un mostro di cui egli stesso è responsabile.
E' troppo tardi per rimediare, ma nonostante tutto lo spirito indomabile dell'uomo riesce a vincere la gigantesca creatura...almeno per il momento.
Godzilla ritornerà, a volte buono, a volte nuovamente cattivo e distruttore, sempre comunque pronto a difendere il suo territorio da questo o quell'altro mostro, o ancora dagli uomini, ciechi e sordi di fronte al grido disperato della natura ferita.
Godzilla cambia negli anni, come cambia (ir)razionalmente il sentimento verso l'energia atomica.
La paura è smorzata dopo gli anni '80, e così al giorno d'oggi la genetica prende campo come tematica principale della più grande serie "Kajiu" (mostro misterioso) di tutti i tempi.

Diversamente ispirato ma sempre abbastanza fermo nel racconto di temi legati all'etica scientifica è Osamu Tezuka.



Definito il padre del Manga giapponese, anche nelle sue opere affaccia timidamente il tema della bomba atomica, dei quali effetti lui è quasi diretto testimone (nato nel 1928).
Non è una coincidenza se il suo personaggio più famoso si chiami "Tetsuwan Atom"(Atom dal pugno di ferro, in Italia Astroboy).
Diciamo che Tesuka è una sorta di Fedro giapponese, ci racconta fiabe dal significato abbastanza chiaro, che narrano spesso di animali in lotta nella foresta contro i bracconieri (Kimba), oppure regni fatati alle prese con congiure di palazzo (Principessa Zaffiro), o ancora, anticipando i tempi, la genetica, esplorandone i pro e i contro (i bonbon Magici di Lilly)...

Armi atomiche sono invece quelle che devastano la terra in Uchu Senkan Yamato (Star Blazers), la grande epopea spaziale di Leiji Matsumoto, il papà di Capitan Harlock, per capirci.


A mio avviso il più grande narratore di fantascienza classica esistente nel campo dell'animazione mondiale.
la serie in questione, del 1974, ci narra la guerra tra la terra e il bellicoso ( e nazista) popolo extraterrestre di Gamilon, che per distruggere l'umanità ed attuare un terrificante piano di espansione, non esita a bombardare il nostro pianeta con gigantesche bombe atomiche nascoste dentro meteore all'apparenza innocue.
Si ergerà grazie ad un manipolo di eroi consacrati a difesa dell'umanità la rediviva corazzata Yamato (in italia Argo), trasformata da carcassa dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale in una formidabile astronave da combattimento.

Della serie " ci hanno fatto un culo così perchè eravamo cattivi, ma in realtà siamo i buoni e adesso vi salviamo noi"...

Autore controverso e beneamino del pubblico giovane di francia e Italia è Go Nagai.
Chi non conosce i suoi "Robottoni"?


Ne cito solo alcuni, in ordine cronologico ( in italia l'ordine di apparizione televisiva è davvero diverso):
Majingā Z (Mazinga Z), Debiruman ( Devilman), Getter Robot (Space robot), Kotetsu Jeeg (Jeeg robot D'Acciaio), Ufo Robo Gurendaizā ( Atlas ufo Robot - Goldrake)....
Go Nagai è un visionario.
Inventa Mazinga Z un giorno di quarant'anni fa, imbottigliato nel traffico di Tokio, immaginando di poter scavalcare l' interminabile coda dotando la sua auto di gigantesche gambe meccaniche...
Nato nel 1945, egli è figlio della paura dell'atomica, testimone della rinascita tecnologica del giappone.
Ma ci mette sempre in guardia dal rischio dell'abuso della scienza, l'uso errato delle nuove tecnologie, che possono distruggere l'umanità al minimo errore.
I suoi mostri provengono dalle viscere della terra, oppure da un'isola dimenticata del Mediterraneo, o ancora dallo spazio, da Vega, dove gli stessi nemici hanno distrutto con le radiazioni il loro pianeta e adesso cercano un mondo nuovo dove andare ad abitare, a scapito nostro, ovviamente.
Lo stesso Actarus ( Duke Fleed in originale) porta sul suo corpo una ferita perenne che gli ricorda quanto sia orribile la guerra...
Il nostro eroe, quasi un "figlio dei fiori", un Indiano Metropolitano, il viso emaciato, pallido, seppur bellissimo,  soffre terribilmente ogni qualvolta si avvicina un mostro di Vega, avvelenato com'è egli stesso dalle radiazioni,  ma deve farsi forza e combattere per salvare almeno il pianeta Trerra, la sua patria adottiva, proprio lui che ha assistito impotente la fine del suo meraviglioso mondo, la Stella Fleed ( una delle tante similitudini con un altro mostro sacro dei comics americani, Superman..).


La paura dei bombardamenti nucleari, che tocca il suo apice tra la fine degli anni '70 e metà anni '80 dà vita ad un filone cinematografico mondiale di grande successo, il cosiddetto "Post-atomico".
Un po' ovunque si producono pellicole di enorme successo, dove il tema portante è il possibile scenario che segue ad una guerra atomica totale.
Niente annientamento dell'umanità dunque ma uno sconvolgimento della nostra civiltà, un ritorno alla barbarie, e alle lotte tra bande di disperati freak per la sopravvivenza.
Denaro che perde valore, acqua, benzina, sesso, medicine, potere, sono gli obiettivi dei reietti.
Sulla falsa riga di film quali "Mad Max", anche in giappone si tocca il tema del "Day after", come se si desse per scontato che il disastro avverà, perchè qualcuno prima o poi premerà il bottone fatale.



Così, dalla mente di Yoshiyuki Okamura, detto "Buronson" per la sua somiglianza all'attore americano Charles Bronson, e dalla matita di Tetsuo Hara, nasce uno degli anime (prima manga) più famosi in assoluto, Hokuto No Ken ( Ken il Guerriero).
In uno scenario apocalittico, solo due cose possono salvare l'umanità: l'amore e la disciplina delle arti marziali.
l'una a servizio dell'altra, e viceversa.
Soprassedendo sulla trama, una esaltante quanto semplice e lineare (alle volte ripetitiva e stucchevole) narrazione della lotta per il potere tra due (poi 3) scuole di lottatori dalle fantastiche capacità, la storia di Ken è emblematica, perchè spesso e volentieri ci mostra un quadro disarmante dell'umanità.
Violenti, egoisti, ridotti quasi a bestie, gli esseri umani, alcuni aberrati dalle radiazioni, superstiti dell'olocausto nucleare combattono incessantemente per la propria vita.
Se per un attimo si ferma tutto per ammirare lo sguardo innocente di un bimbo, o per amare la propria donna, o per piangere di commozione dinanzi al primo fiore che cresce dalla terra arida e contaminata, la morte è lì che li aspetta dietro l'angolo, perchè l'amore è debolezza, e non c'è più posto per esso.
Hokuto No Ken è un'amara, tragica riflessione sulla vita.
Una vita che secondo gli autori in realtà è già così, anche se non è ancora esplosa alcuna bomba atomica, e allora se servisse per far rinsavire gli uomini e farli ritornare sulla retta via del rispetto per il prossimo e per la terra, che ben venga l'olocausto, i puri di cuore, come ken, Julia, Linn, si salveranno e trionferanno sempre, anche a colpi di Kempo.

Il post è lungo, avrei da citare ancora decine e decine di esempi.
Mi sorge una domanda...
Gli italiani sembra abbiano capito e scelto, per la seconda volta in trent'anni, alla stessa maniera.
I giapponesi anche...e se hanno dimenticato, gli avvenimenti degli ultimi mesi hanno rinfrescato loro la memoria.
Ma c'è bisogno che accada qualcosa di irreparabile per correre ai ripari?
Non c'è mica Goldrake per salvarci...
Oppure si?

Cavaliere senza spada...



Sulle pagine di questo blog non troverete mai da parte mia un'aperto schieramento politico, un'idea faziosa e propagandistica, nemmeno pagando.
Apprezzamenti si, lamentele certo, ma mai nulla che possa indicare o suggerire guerra dichiarata a questo o quello schieramento politico.
Sabato scorso son stato in piazza a Milano, prima di tutto per ascoltare Roberto Vecchioni, cantautore che apprezzo particolarmente, in secondo luogo perchè ho voluto toccare con mano la tanto decantata "voglia di cambiamento" dietro la quale partitelli e partitoni camuffano le proprie mire politiche.
La mia residenza mi impedisce di votare a questo giro, ma l'atmosfera nella città meneghina fa bene al cuore...

Non nego una certa soddisfazione nell'ascoltare, domenica sera, i risultati elettorali delle Amministrative, specialmente quelli di Milano e Bologna.
Adesso si andrà al ballottaggio e son sicuro di una cosa: saranno due settimane in cui vedremo lo schifo dello schifo.
Assisteremo ad uno spettacolo circense, con gladiatori morituri e cristianucci in pasto alle fiere.
Già i toni cominciano ad alzarsi, nonostante da ogni lato la prima parola sia sempre "moderazione"...

Ho ascoltato le dichiarazioni di Berlusconi, molto oggettivamente le ho trovate disgustose.

Il nostro Presidente del Consiglio asserisce che (riporto testualmente) "...bisogna attrarre i moderati, smascherare Giuliano Pisapia per evitare che Milano venga consegnata alla sinistra estrema e ai centri sociali..."
Ma scusate, costui non doveva essere il presidente operaio?
Non diceva di essere il presidente degli italiani?
Il suo non era il partito dell'amore?




I ragazzi dei centri sociali, che cosa sono...marziani?
No, dico, ci si lamenta che i giovani se ne fregano, non hanno iniziative, non si impegnano più politicamente, e lo si dice sempre guardando al passato, riferendosi sempre agli anni 60-70, poi invece si deplora qualunque tipo di iniziativa?
Ma a Berlusconi lo ha mai spiegato nessuno che i giovani mica son tutti fighetti figli di papà che per impegno politico intendono soltanto l'indossare giacca e cravatta per partecipare nei locali "in" alle serate tutte alcool, musica, ragazze e chiacchericcio che si organizzano di tanto in tanto dalle sue parti...

Esistono giovani che non hanno bisogno di essere pagati da qualche agenzia interinale per montare un gazebo in piazza e fare propaganda e tesseramenti.

Esistono anche (tanti per fortuna) giovani che leggono i giornali, divorano libri, studiano realmente, cercano di capire, e se si incazzano alla mattina perchè la società in cui si apprestano ad entrare non li vuole, alla sera è normale che abbiano inscenato proteste e fatto a botte con le forze dell'ordine, perchè si rendono conto che "qualcuno" non vuole cambiare le cose, tranne che per se stesso.
Va bene, "ma costoro si fanno strumentalizzare dalla sinistra" dice qualcuno, ma perchè, i ragazzetti fighetti che si presentano con le bandiere del PDL allora? Sono dotati di libero arbitrio solo loro?
Questa è un'americanata, una rappresentazione Hollywoodiana della realtà, per la quale "noi siamo i buoni e siamo belli, gli altri, antagonisti, sono sporchi, brutti e cattivi"...
ma qui non siamo dentro Twilight...
e nemmeno dentro un film western con John Wayne...
qui siamo tutti figli di Sergio Leone...
"...Mia madre era 'na battona, e semo tutti fratelli..." diceva Lilla Brignone nel 1960...






Che dire allora dei giovani che fanno parte del Movimento 5 Stelle?
Anche loro sono estremisti, brutti e cattivi?
Pericolosi senz'altro, figuriamoci, arrivare a certi risultati elettorali senza spendere e spandere migliaia di Euro è una moda che fa paura a chi si arricchisce con la politica...
Berlusconi sta facendo un grave errore quando dice di volersi rivolgere ai suoi elettori moderati, perchè intanto non è moderato nemmeno lui, e la gente lo ha iniziato a capire, ma non è moderato nemmeno chi gli sta attorno ( Bossi, La Russa, Borghezio, Santanchè, e altri che non sto qui a menzionare, l'elenco è lungo...).
"Pisapia è amico dei terroristi", hanno detto...
Beh, molti amici di Berlusconi sono mafiosi...
Queste due affermazioni hanno lo stesso grado di attendibilità, con la differenza che il secondo governa l'Italia (o chi per lui), il primo, a Milano, non ancora...
Berlusconi è un commerciante, un'imprenditore, e gestisce tutto come fosse appunto la sua impresa.
Ditemi voi, se avete un'impresa commerciale, capisco le esigenze di target, ma se vi entrano in negozio dei punk-bestia per comprare un paio di scarpe, che fate, li buttate fuori?
Il cavaliere non è il Presidente degli italiani...
Forse non sarà finito nell'immediato, come molti dicono, ma ormai l'apice della sua carriera politica lo ha superato da tempo.
I processi incombono, la festa è finita, andate in pace.

Lui lo sa.

Stavolta lo sappiamo anche noi

in fede
Bruno, il Superdisoccupato

sabato 14 maggio 2011

Valore Giovani: io e il sindacato.


link:  Sopravvivere senza lavoro un impresa da eroi parola di Bruno, il Superdisoccupato


Questo è uno spaccato del mio intervento alla manifestazione organizzata in occasione dell'uscita dello Speciale Primo Maggio, di Rassegna Sindacale da Rassegna.it, Molecoleonline.it e RadioArticolo1 giovedì 28 Aprile a Roma, al Forte Fanfulla.
nel file sentirete la voce in studio di Altero Frigerio, direttore di Radioarticolo1.

mercoledì 11 maggio 2011

tragica conclusione...


Da un po' di settimane, mio malgrado, ho allentato un po' la presa riguardo il mio intento di cercare altri disoccupati e precari per coinvolgerli nelle mie iniziative.
Non per disinteresse o menefreghismo...no, niente di tutto ciò...
Mi son reso conto che nonostante il diffuso senso di malessere e la rinnovata voglia alla protesta per una situazione davvero assurda, in realtà il sentimento più dilagante tra i miei fratelli di sventura è la rassegnazione.

Tranne in casi "limite", in cui la rabbia e la disperazione quotidiana portano ad azioni effettivamente estreme, in verità nel complesso ho dovuto constatare che le giornate di costoro sono meccanicamente votate all'inerzia, alla rinuncia di qualsiasi tipo di attivismo.
Ciò mi dispiace, da un certo punto di vista non posso biasimarli.
Fino ad una settimana fa probabilmente avrei cercato di dare una scossa a questo sonnacchioso incedere, ma dopo aver constatato realmente in che mani è affidato il monopolio della ricerca di lavoro ho dovuto arrendermi anche io, almeno momentaneamente.
A cosa mi riferisco?
Semplice, alle agenzie interinali.
L'unica soluzione cui sono arrivato è il boicottaggio sistematico di tutto questo meccanismo infernale dal sapore semi-mafioso.
Sono stato in giro per una decina di agenzie, dove per altro sono anche conosciuto, con telecamera nascosta, coadiuvato da La Repubblica, nell'ambito di un'inchiesta per la quale mi son prestato ben volentieri.
Ovviamente non posso svelare i dettagli delle conclusioni di tale operazione, quelli li vedrete prestissimo pubblicamente, però posso concludere con profonda amarezza che l'Italia di inizio secolo si è dimenticata di molti di noi.
Non credo che si possa facilmente tornare indietro da questa tragica condizione.
Chi è uscito dal mondo del lavoro, per un motivo o per un altro, è destinato a non rientrarvi più, o nella migliore delle ipotesi, a farlo nel modo più sconveniente e meno garantista che possa esserci per il proprio futuro.
Se avete poco più di trentacinque anni, o avete passato i quaranta, state pur certi che non servite più a nessuno, eccezion fatta nel caso di veri e propri miracoli.
Sperate di essere ammanicati con qualche responsabile di agenzie interinali, o di avere serie conoscenze con qualche ditta o azienda.

Se non siete in possesso dei sopracitati requisiti e  non avete nel vostro destino la possibilità di ereditare un immobile da rivendere con decente profitto, vi annuncio ufficialmente che siete fregati.
Come ho già detto, non posso dire altro, e mi spiace, perchè a questo punto, il tempo non è denaro, ma vita.

Io cosa farò?
Semplice, ingoiato il rospo, imbraccerò lo splendido regalo che mi han fatto i miei amici più cari, un dono tecnologico dalle immense possibilità, e lo userò per compensare e completare il mio talento grafico, puntando solo su me stesso, sperando, impegnandomi, per riuscire a farne finalmente, veramente un lavoro che quantomeno mi permetta di vivere al minimo sindacale questa esistenza precaria ed insostenibile.
morale...
Si salvi chi può.
Un consiglio utile voglio darvelo: non affidatevi alle fantascientifiche speranze che cada il governo e che cambi tutto dall'oggi al domani, perchè se anche succedesse, e andasse in carica il miglior governo di tutti i tempi, ci vorrebbero almeno 10 anni per ristabilire le cose e farle andare nel verso giusto.
Armatevi di santa pazienza, oppure sperate nelle catastrofi del 2012 e nello sbarco degli alieni...

sperando non siano precari anche loro.

in fede
Bruno, il Superdisoccupato

lunedì 9 maggio 2011

io protesto, tu protesti, egli dorme... una coniugazione all'italiana.


L'Italia è sempre stata una nazione dove alla gente non va mai bene nulla, nemmeno quando le cose vanno bene davvero...
Ci si lamenta di tutto, del freddo in inverno, del caldo in estate, della fila alla Posta anche se davanti si hanno 3 persone soltanto, oppure degli impiegati che si girano i pollici se non c'è nessuno...
Ci si lamenta del ritardo dell'autobus, ma se arriva in anticipo "cazzo proprio adesso che mi ero acceso la sigaretta..."
Ci si lamenta della Sinistra al potere e della Destra che non sa fare opposizione...
poi, ci si lamenta della Destra che governa e della Sinistra che non sa più fare la voce grossa...
Come si suol dire "largo non va, stretto non viene..."
prima si loda i Giudici che fanno piazza pulita delle lobby poi ci si incazza perchè i giudici sono "di parte"...

Stiamo vivendo una stagione travagliata sotto tutti i punti di vista, sociale, economico e politico, caratterizzata da tensioni e da un continuo susseguirsi di accadimenti e opinioni nei confronti degli stessi...
si litiga per strada, si litiga in tv...
Lo sport nazionale, cioè la lamentela, gode attualmente un'opportunità non indifferente di rilancio.
Ogni giorno se ne sentono sempre di nuove, protestano tutti, i precari, i trasporti pubblici (ma quelli non mancano mai di lamentarsi da sempre, con le loro ottime ragioni...), la scuola, i disoccupati, gli sfrattati, gli operatori della sanità, gli studenti, i metalmeccanici, gli immigrati...
Insomma, l'Italia è un paese che protesta vivamente, protesta con veemenza, ogni giorno.
penso però che il nostro paese sia stracolmo di "quaquaraquà"...
ovviamente questa mia affermazione è provocatoria...

No, dico, secondo voi, in un paese che protesta così tanto ad ogni occasione, è possibile che non si sia mai riusciti a cambiare radicalmente le cose?
mai un colpo di stato, un golpe, una rivoluzione, un evento riformista talmente grande da accontentare le esigenze di tanti, se non di tutti...
no, nulla...
A parte qualche timido segnale di accordo quà e là dopo uno sciopero non c'è nulla, nulla di nulla.
da ciò deduco un paio di considerazioni....
che tutta la gente di cui leggo le "indignazioni" sul web siano soltanto modaioli del gesto, ma non dell'azione, e che poi, alla fin fine, aldilà delle lamentele, stiamo tutti contenti del nostro orticello in cui crescono cellulari, scudetti di calcio e pizze al sabato sera...
Se per caso qualche poveretto viene pestato a sangue dalla legge durante una manifestazione, basta cambiare messaggio di stato su Facebook e condividere, oppure con un sms mandare 1 euro alla popolazione del Vaffanculistan e la coscienza è a posto, io ho fatto il mio dovere e non rompetemi più le palle.

No, così non va bene, permettetemi di dirlo.

Non va bene restare seduti davanti al computer a condividere opinioni, non va bene darsi alla New Age e concentrarsi su un pensiero positivo sperando che si realizzi, non va bene essere imboccati di falsa informazione dalla mattina alla sera, non va bene essere sballottati da una tassa all'altra, fare spallucce se per fare 3 km in auto dobbiamo sborsare 10 euro di carburante, non va bene se la spiaggia in cui andiamo da trent'anni l'hanno regalata a due generazioni di bottegai che si arricchiscono, non va bene se per castrare un evasore fiscale la Guardia di Finanza deve prendere appuntamento una settimana prima....
Non va bene nulla

Nulla.

Cosa volete fare a questo punto?
Ma sì, condividiamo con un click, che stasera siamo in festa per lo scudetto del Milan e domattina qualche cretino strapagato continuerà a parlare del Grande Fratello...

martedì 3 maggio 2011

intervista al Superdisoccupato: Il Cofanetto Magico

qui il link alla pagina
la storia di Bruno il Superdisoccupato

per chi invece volesse leggerla qui la pubblico integralmente senza immagini:

L’idea di realizzare questa intervista mi è venuta leggendo l’edizione on line del quotidiano “La Repubblica” del giorno 4 Marzo.
Il titolo “Storia di Bruno, il Superdisoccupato” ha fatto soffermare d’istinto la mia attenzione ed ho avidamente letto l’articolo che ha destato in me un misto di tenerezza e rabbia.
Tenerezza in quanto si tratta della storia triste di Bruno, un disoccupato di 37 anni, separato, con una bambina che vive con la moglie.
Bruno vive a Concorezzo (Monza), ha lavorato come grafico e poi ha fatto l’operaio dopo aver frequentato studi classici; la sua situazione è venuta alla conoscenza di tutti tramite i suoi appelli, scritti peraltro benissimo, sulla sua pagina personale di Facebook. Nel 2007 ha perso il lavoro ed è piombato nel pieno della crisi.

Il sentimento di rabbia invece è dovuto al fatto che la nostra amata nazione ormai vive solo di proclami e spot senza riuscire a realizzare una vera politica a favore dei giovani disoccupati e di quelli non più giovani che lo sono dìventati essendo stati investiti in pieno dalla crisi, alle prese con una precarietà che non è più solo lavorativa ma che investe tutti gli aspetti della vita quotidiana; inoltre vivendo nel Sud, ben conosco i problemi della mancanza di lavoro che porta molti giovani ad intraprendere una strada sbagliata.
Ritornando a Bruno, l’ho subito contattato e con estrema cortesia mi ha concesso la seguente intervista che ritengo essere una denuncia, ma che contiene delle parole di fiducia per coloro che sono nelle stesse condizioni.
Va la propongo cosi’ come è venuta, nel mio stile di non giornalista ma di persona a cui piace scrivere:
R.Grazie Bruno per la tua disponibilità, come molti non conoscevo la tua storia e leggendo l’articolo su Repubblica mi sono davvero incuriosito, anche se il termine incuriosire non lo reputo giusto; diciamo che avevo davvero voglia di conoscerti…Chi è Bruno “il Superdisoccupato” ? Che studi hai fatto ? Parlaci di te.
B.Grazie a te per la disponibilità Roberto!
Sono una persona come tante, che ha fatto un percorso di vita normale, con una conclusione altrettanto scontata, cioè trovarsi senza lavoro.
Vengo dal liceo classico, più una frequentazione dell’università, lettere moderne, che però non è mai sfociata in una laurea.
Ero un creativo, fin da bambino, e così, raggiunta l’età per sfuggire alle ire paterne, ho deciso per me stesso di sobbarcandomi tutte le conseguenze.
Ho studiato da grafico, quando ancora il windows si chiamava “93″, poi come fumettista, in quel di milano…

R.Raccontaci la tua vita “normale” fino alla perdita del lavoro che ti ha condotto in questa situazione attuale
B.Diciamo che la mia vita è cambiata spesso, drasticamente, a volte, in più occasioni…
Dapprima, per poter affrontare un matrimonio ( che di per sè è già un gran cambiamento) ho dovuto abbandonare l’idea di vivere da creativo.
Facevo l’operaio, nelle celle frigorifere della Galbani prima, dell’Esselunga poi, sempre per conto di cooperative servizi, senza contare che venivo spostato spesso e volentieri per colmare la carenza di personale, non solo da un reparto all’altro, ma anche da ditta a ditta, dovendo parecchie volte imparare da zero lavori nuovi…
Poi una drammatica confluenza di eventi: le ginocchia che mi cedono per lesione al legamento crociato destro e la crisi. Il tutto condito dal cinismo dei datori di lavoro; e dopo tentativi vari, eccomi qui…

R.Hai purtroppo avuto anche una dolorosa separazione familiare che ha contribuito a peggiorare la tua situazione attuale. Come e dove vivi ora ?
B.Il mio divorzio in fondo non ha avuto gravi conseguenze…Casomai direi il contrario!
E’ stata la mia vita lavorativa ad avere un peso sulla riuscita del mio matrimonio…della serie: non esiste mai la realizzazione del detto “due cuori e una capanna”, almeno di questi tempi è parecchio raro. La coppia scoppia, e se c’è crisi scoppia di più…
Tutte le implicazioni e i dettagli sono solo la ciliegina sulla torta…
Con la mia ex moglie, tra alti e bassi, mantengo tutto sommato un ottimo rapporto, anche lei è disoccupata e fatica non poco per vivere, con l’unico vantaggio che è tornata ad abitare dai suoi genitori.
La cosa più brutta attualmente è non poter vivere con e per mia figlia; nel senso, non poter dare a lei quel che merita e poterla vedere ogni giorno...sarebbe la fine per quella povera creatura. Adesso vivo da solo.
Ma anche quando ero sposato in fondo vivevo anche da solo…
Come vivo?
Stentando, tantissimo.
se non fosse stato per le donazioni spontanee a quest’ora chissà dove sarei…

R.Per cercarti mi sono avvicinato a Facebook in quanto era l’unico mezzo per poterti contattare. Quanto è importante per te poter scrivere le tue sensazioni attraverso questo strumento ?Che persone hai trovato lì ?
B.Per me più in generale è stato proprio internet a darmi uno spiraglio, una speranza, un qualcosa in più che normalmente non trovi.
Non tanto per la gente che si è messa a disposizione con donazioni spontanee e solidarietà, quanto per la possibilità di poter esprimere pubblicamente certi sentimenti e poter gridare un disagio, che non è solo mio purtroppo, senza vincoli di alcun tipo.
Poi, si sà, narrare se stessi alle volte può fare l’effetto di uno specchio.
Nel mio caso di una doccia gelata…Recuperi lucidità e ritrovi te stesso, proprio per questa sorta di “terapia”.
Raccontare agli altri include per forza di cose l’ammissione dei propri sbagli e dei propri limiti.
Lo consiglio vivamente!
Certo, se poi non ti ascolta nessuno devi anche essere disposto a cambiare strategia.
Personalmente non ho mai amato i monologhi.
All’inizio è stato difficile, ma poi, provando e riprovando, qualcuno ha teso l’orecchio!

R.Con enorme dignità tu chiedi sostegno per trovare un lavoro che possa restituirti la dignità; ma non hai mai chiesto aiuti economici o simili, nonostante mangi raramente (nell’intervista leggo che : “oggi si farà un piatto (un etto) di spaghetti……..ma ieri non ha mangiato”) e la Caritas ti ha sospeso il buono da 25 euro ogni 3 settimane perché non risiedi nel comune di Concorezzo (Monza-Brianza) dove abiti. Se vuoi, te lo dico con grande sincerità, puoi comunicare in che modo coloro che vorranno possono darti una mano economicamente.
B.No, no, questo lo faccio, se capisco che la persona è in grado davvero di aiutarmi, solo privatamente…ma non sempre.
La compassione se si toccano le corde giuste può muovere chiunque…ma bisogna anche capire che tipo di peso potrà avere per le tasche di quella persona che si fa avanti.
Io vivo con poco ormai da tanto tempo; e non voglio levare niente a nessuno.
Voglio solo quel che mi spetta di diritto: e che è sancito dalla costituzione.
Un principio che è anche legge, non solo punto di partenza.
Ad esempio, voglio dirla semplice: è la legge che ti obbliga a pagare le tasse, giusto?
A prescindere che ci sia crisi o meno, tu le paghi…perfetto, allora dovrebbe essere lo stesso pure sul diritto e dovere di lavorare e contribuire; è solo questo che voglio. Semplice, vero? (ironico)

R.Non hai grande facoltà di scelta, ma che lavoro sai e vuoi fare? Leggevo tra i post di Facebook che hai un progetto relativo a delle magliette: di cosa si tratta ?
B.Attualmente è un progetto che grazie a delle carissime amiche conosciute su facebook stiamo studiando per aggirare il problema disoccupazione e creare una piccola impresa…E più che altro un’iniziativa. Vediamo dove porta…
R.Oltre che Facebook hai anche un Blog con cui comunichi, segnalaci il nome e dimmi: in che modo le persone si avvicinano a te?
B.Posso dirti come faccio a portare i miei post alla conoscenza di più persone. Ma io comunque non faccio testo, esistono blogger più eperti di me che riescono a a diffondere veramente tanto ciò che scrivono. Io sono un poppante…
In genere scrivo il post, mi cerco un’immagine che renda subito l’idea e lo condivido su Ok notizie, poi sulla mia pagina facebook.
In genere, il grosso delle discussioni poi avviene lì, dove spesso e volentieri il link viene condiviso e diffuso.
Poi arrivano le richieste di amicizia.
Inoltre, copio-incollo il testo del post e lo mando a tutti i contatti della mailing list.

R.Meraviglioso è un tuo messaggio pubblicato il giorno 8 marzo:
“parlando di cose serie…….solo oggi, dopo mesi e mesi ho potuto comprare il mio primo “Mocio Vileda per pulire il pavimento… Prima andavo avanti con un vecchio straccio alla meno peggio. Meraviglie del consumismo!” Mi hai davvero fatto riflettere su tutte le banalità e gli eccessi senza cui non sapremmo vivere !!!

B.E’ vero! rileggendolo io stesso mi son reso conto di quanto la vita può buttarti in basso, così lentamente che a volte non te ne accorgi.
Il mocho al momento è il mio trofeo, un po’ come l’auto dei sogni del pensionato che si spara il Suv in contanti con la liquidazione…ehehehe

R.Anche la televisione si sta interessando a te. Parteciperai a Mattino 5 su Canale 5 e poi sicuramente ad altre trasmissioni. Non conosco il mondo televisivo ma spero solo che possa davvero esserti utile e non diventare uno dei tanti casi da dare in pasto ad opinionisti e tuttologi famelici e sterili…..
B.Per fortuna, da questo punto di vista, almeno per il momento, l’esposizione mediatica è stata rimandata.
Sono stato contattato, è vero, ma all’ultimo momento sono sorti problemi di scaletta o di programmazione, così mi hanno detto…
Beh, meglio così forse…Probabilmente dopo un’apparizione in tv qualche benpensante avrebbe urlato che ho fatto tutto ciò per mettermi in mostra e basta.
La disoccupazione è una cosa seria, la miseria è una cosa seria, e quello che sta succedendo attorno a me non può perdere di credibilità solo perchè in tv hanno bisogno di carne fresca da esporre.
Se ci sarà la possibilità andrò, ma non sarò da solo, porterò con me qualche altro “superdisoccupato”.

R.Ora ti chiedo l’ultima cosa di questa semplice intervista tesa a farti conoscere dai nostri lettori e magari avvicinarti a coloro che possono offrirti un lavoro. Sembrerà paradossale…ma solo tu puoi offrire parole di fiducia a coloro che sono nella tua situazione attuale; in questa Italia devastata dalla crisi (anche se sembra che non si possa dire……..)
B.Io credo che a questo punto le mie parole non dovrebbero andare verso i miei fratelli di sventura, ma agli altri fortunati detentori del biglietto vincente…Le parole spesso non confortano, perchè non si mangia d’aria.
D’altronde non esiste una flebo di coraggio o di fiducia in se stessi.
Siamo tutti potenziali disoccupati…che nessuno abbia la sfrontatezza di esibire sicurezze e proclami, perchè oggi nulla è certo.
Per nessuno.
I governi cadono, le banche chiudono, le aziende, grandi e piccole, falliscono.
Non c’è distinzione di razza, di sesso, di colore politico, di religione o cultura. La disoccupazione, intesa come fallimento, può colpire chiunque.
E’ bene che ci si renda conto di ciò.
Essere stretti l’uno con l’altro può davvero diventare una risorsa.
Capirci, venirci incontro, e smettere di litigare.

Cari lettori del Cofanetto, che dire…credo solo che avere una dignità come quella di Bruno sia un dono molto importante e chiunque voglia scrivergli può farlo commentando il seguente articolo. Oppure visitando la sua pagina Facebook.
Ma non dimetichiamoci di aiutarlo………e di aiutare coloro che sono nella sua condizione!


Roberto Pagano

vita d'artista precario... la professione dei sogni parte 1


Stamattina mi sono accorto di non aver mai dedicato nemmeno due parole ad un lavoro che amo da sempre, quello dell'illustratore...
Nello specifico, la "branca" dell' illustrazione che a me piace di più è, da sempre, il fumetto.
Fino all'età di diciotto anni, contrariamente a quanto pensano tanti miei conoscenti, non ho mai disegnato seriamente.
Ho avuto un paio di "picchi" creativi, uno tra i sei-otto anni, un altro verso i quattordici...
poi mai nulla...
Anzi, non mi ero mai nemmeno reputato particolarmente dotato in fatto di disegno...
però la passione per i fumetti, per gli eroi dell'"arte sequenziale", quella c'è sempre stata, e non mi ha mai abbandonato, parallelamente a quella per i cartoni animati...
Il mio primo vero approccio al disegno, avvenne durante la preparazione agli esami di maturità, quando in vista della cena "d'addio" ai professori, preparai le caricature di tutta la classe, corpo docenti compreso, un successone!.
Ero iscritto all'ultimo anno di liceo classico, ed il mio futuro, pre-stabilito da mio padre, sarebbe stato di continuare a studiare all'università, facoltà di lettere, per altri cinque-sei anni, poi laurea e una carriera da professore, di medie o di liceo, o chissà...
Mio padre però non aveva fatto i conti con la mia vera natura...
Sono sempre stato un creativo...
Fin da piccolo ero preda facile di passioni irrefrenabili, una voglia smodata di dar vita a qualcosa, partendo da zero.
Agli scout ero il più bravo intagliatore di legno del Reparto, mentre a casa se mi mettevate del pongo in mano, creavo personaggi e mondi fantastici mettendo da parte per settimane qualsiasi impegno...
Perso in  un mondo tutto mio, delimitato nel chiuso della mia cameretta, ero capace di passare intere notti insonni pur di costruire e mettere in piedi storie di piccoli personaggi favolosi, plasticosi, facendoli lottare, trasformare, morire, rinascere e trionfare.
Fu così che cominciai a frequentare, contemporaneamente agli studi universitari, dei corsi professionali di grafica (era il 1992, ai tempi di computer quasi non se ne parlava...), che mi aprirono le porte ad un mondo fantastico, fatto di colori, equilibri, sensi di lettura, texture, retini e fonts.


Iniziò però anche la guerra con mio padre, siciliano vecchio stampo, che mi avrebbe ucciso con le sue mani piuttosto che vedermi abbandonare l'università per disegnare.
I litigi cominciarono ad essere sempre più frequenti e violenti, io sfogavo tutta la mia frustrazione disertando le lezioni e andando a disegnare per strada insieme ad un paio di amici "grafici", davanti le chiese di palermo, nei parchi, davanti la gente, alle volte riuscendo persino a guadagnare qualche soldo con ritratti e lavori improvvisati, venduti alla meno peggio.
Iniziai anche a seguire i miei docenti di disegno in quelle che per me fuorno le prime esperienze da scenografo.
Fu un periodo stupendo, forse il più stimolante della mia vita, ogni giorno imparavo qualcosa, accumulando esperienza lavorativa e restando sempre più affascinato da queste figure d'artista da cui ero circondato.
Tutto ciò durò fino al 1995, anno in cui dopo l'ennesimo litigio con mio padre riuscii a vincere la mia prima battaglia familiare.
Vinsi un paio di concorsi per fumettisti in quel di palermo, così mio padre dovette arrendersi, permettendomi così di frequentare la gloriosa Scuola del Fumetto di Milano.
Tutto questo racconto perchè?
Per farvi capire quanto io debba nella mia crescita personale e caratteriale al mondo dell'arte...
per me, non un mondo fatto solo di conoscenze tecniche, ma un mondo in cui "chi la dura la vince"...
Eh si, se siete disegnatori, o artisti in generale conoscete quella fastidiosa sensazione di disgusto quando incontrate qualche vecchio parente o amico che vi chiede " e cosa fai per adesso, studi?"
-"no, disegno..."
-"ah quindi non studi?"
-"no, disegno..."
-" ah, allora non lavori neanche...ma che vorresti fare?"

Per chi non ha mai subito questo stillicidio verbale di fiducia nel proprio futuro a causa della diffidenza e dell'ignoranza degli altri, credetemi, vi assicuro che è una delle cose più disarmanti che possano capitare.
Se poi provenite da una città come Palermo, dalla mentalità provinciale nonostante l'appellativo di "metropoli", la sensazione è più che mai amplificata e può portare a situazioni davvero imbarazzanti.
"lui disegna..." diceva mio padre ridendo, con una punta di ironia davanti ai parenti.

Parliamo più attentamente però di cosa implica realmente fare il lavoro dell'"artista"...
Innanzitutto bisogna essere costanti.
Non stancarsi mai del gesto che si compie, che sia disegno, scultura o scrittura...
Si, anche scrivere è un lavoro artistico, e la cosa migliore che può fare un artista di professione è non limitarsi mai ad un solo campo, specie se si sanno fare bene più cose.
La costanza, come dicevo prima, è essenziale.
Costanza e pazienza, come quella di un maestro zen.


L'artista che vive solo di momenti non mangia.
L'artista che vive scandendo quotidianamente i suoi tempi con gesti mirati ed equilibrati invece si.
Ma non è ancora finita.
La costanza non basta.
Entrano in scena le idee.
Se non sapete cosa scrivere o disegnare, tutto è inutile, non andrete da nessuna parte.
Potete sicuramente partire dal vostro vissuto, oppure, se siete persone intelligenti capirete a vostro vantaggio che dovrete tenere sempre la mente più aperta possibile ed osservare prendendo nota mentalmente di tutto ciò che vi scorre davanti, con tutti i cinque sensi regolati al massimo.
Tutto può suggerire un'idea, un libro, un film, una conversazione telefonica, un vezzo di una persona conoscente, una barzelletta, un articolo di quotidiano, anche il più scandalistico...

La tecnica...
A questo proposito potrei dirvi che tutto serve e nulla serve.
Cioè...
Potete anche imparare le tecniche base del "fare" acquistando in edicola un corso a fascicoli, oppure potete anche frequentare la migliore scuola di disegno del mondo, però non fatevi venire la voglia di essere sepolti vivi se qualcuno meno istruito di voi ha più successo...
Non deprimetevi vedendo i lavori degli altri, ognuno di noi ha una testa diversa dagli altri, fatta di pensieri, immagini tutte uniche, quindi ciò che si produce è unico e identifica solo ciò che si è, non la bravura.

un esempio pratico...
qui in basso potete vedere 3 immagini che rappresentano la mitica prima copertina dell'Uomo Ragno, quella dello storico n° 15 di Amazing Fantasy del 1962.


 

3 interpretazioni della stessa scena, ad opera di Steve Dikto, il primo disegnatore dell'arrampicamuri, poi di John Byrne, altro storico disegnatore famoso il suo ciclo sugli X-Men, e poi Alex Ross, strapagato artista iperealista americano...
I gusti son gusti, senza dubbio, ma chi può dire quale dei tre autori sia il più bravo?
Dikto che lo ha inventato graficamente?
Byrne che ne ha dato un'interpretazione moderna e plasticissima?
Ross che ce lo ha reso come se esistesse davvero in mezzo a noi?
Chi può dirlo...
Son diversi, questo si, evocando sensazioni differenti, ma tutti e tre grandiosi...

La tecnica dipende da mille fattori (vedi alle voci sopra costanza ed idee), ma di certo aumenta esponenzialmente con il tempo che le dedicate...
Se io disegno un'ora al giorno, in un anno avrò disegnato 365 ore...
Ma se lo faccio per 8 ore al giorno, in un anno avrò lavorato 2920 ore.
Quindi si deduce che la capacità di far corrispondere ciò che si ha in testa a quello che farà la mano sarà decisamente maggiore...

Purtroppo, è ovvio, entrano in ballo anche altri fattori, quindi poter allenarsi così tanto alle volte non è possibile...
Esistono mille varianti, sempre che riusciate ad estraniarvi dal mondo attorno a voi, ma se siete parecchio emotivi, la cosa è davvero difficile...io ne so qualcosa.
Visite di parenti, uscite con gli amici, fidanzate, feste comandate, file alla posta, la spesa settimanale, telefonate, gabinetto, pranzi, cene, litigi, bollette, soldi che mancano...e la lista potrebbe allungarsi all'infinito.
Zen.
L'unica soluzione è la filosofia Zen, o il suo corrispondente occidentale, cioè menefreghismo e testa dura.

fine prima parte

lunedì 2 maggio 2011

Amici Blogger: Alice Senza Niente


andate a leggere qui....

...invitato speciale

Mentre il mondo si beve l'ultima cazzata "made in Usa" riguardante un'improbabile uccisione di Osama Bin Laden con tanto di foto tarocco del viso martoriato di un certo signor Caio, io trascorro i giorni seguenti al mio ultimo viaggio cercando di fare mente locale e continuare a capire cosa dovrò fare della mia vita.

sono stato ad Imperia, ospite delle mie nuove amiche conosciute su Facebook, un gruppo di pazze scatenate dal cuore d'oro, che mi hanno contagiato di allegria ed energia.



 a loro va sempre il mio più sentito ringraziamento per tutto, mai conosciuto persone più splendide...
Imperia è un piccolo paradiso, un po' come tanti altri posti della Liguria, una terra di cui ci si ricorda solo una volta all'anno, quando si apre il sipario del Festival della canzone italiana, poi, più nulla.
mare stupendo, un sole luminoso come fosse la Sicilia o quasi, vicoli, terrazze e persone allegre e spiritosissime ma dall'animo malinconico e profondo...



dopo aver passato due giorni stupendi con le mie nuove amiche e tutto il gruppo (anche se con defezioni dovute agli impegni personali) di ritorno verso Milano, faccio una sosta di poche ore a Genova, per incontrare di persona il mitico Avvocato.





Lui è uno dei primi ad essersi mosso verso di me con tanta attenzione e cura, già da Dicembre del 2010...
tra noi c'è già un buon rapporto di complicità, lui sa cosa cerco e io so cosa ha in mente lui...
le parole alle volte sono superflue...

tornato a Milano, passano solo pochi giorni e sono nuovamente sul treno, destinazione Roma, di nuovo.

Stavolta è un impegno "sindacale"...
ospite di una manifestazione della CGIL, la presentazione del numero del 1° Maggio del settimanale di informazione Rassegna Sindacale, mi trovo davanti alcuni pezzi grossi, tipo Epifani, Serventi Longhi, Trizio, Rosina...
Dovrei ormai essere abituato alle "comparsate" pubbliche, però sono ugualmente emozionato.
La manifestazione tra l'altro va in onda in diretta in radio.
Dopo aver assistito alla bella performance dell'attrice Antonia Fama sul tema del precariato, vengo chiamato a porre una domanda a Guglielmo Epifani, introdotto così a freddo nel contesto della serata.
In realtà io non ho preparato alcuna domanda per Epifani, e così improvviso, chiedendo cosa può fare lo stato per gente come me, senza lavoro e senza possibilità di vivere...
lui risponde in politichese, parlando di ammortizzatori sociali et similia, ma ripensandoci, a me le sue risposte non convincono, anzi non mi soddisfano per nulla, ma il tempo è tiranno, e così Epifani, guadagnata l'uscita con colonna sonora di applauso, mi saluta con una stretta di mano calorosa e va via.
restiamo solo io e Serventi Longhi, non ospite, ma presente in sala...
le domande a mo' di intervista che mi vengono poste trattano i temi più disparati...perchè io sono io, cosa ho capito dall'uso di internet e cosa spero per il futuro (tipo scena finale di Rocky, ma manca Adriana...)...
le mie risposte sono politicamente corrette, fino a quando mi si chiede qual'è il mio rapporto con il sindacato...
alchè mi scaldo un po' e dico la mia...
il sindacato non mi serve a nulla, non è un'agenzia di collocamento e serve solo ( e forse manco) a chi ha già un lavoro...
avendo ingranato la quarta e rotto gli indugi dovuti all'emozione, mi sento carico e pronto a sparare a zero su tutto e tutti, sentendo un nodo di rabbia e frustrazione accumulato da anni salire dalla gola...
E' la mia occasione, lo sento, stavolta vomito tutto lo schifo dei miei ultimi 10 anni, lo faccio, si si, lo faccio, ora faccio il culo a tutti...
e invece no...
Passano la parola ad altri, e io resto seduto sul divanetto del "palco" ascoltando il resto degli interventi...
mi resta tutto sullo stomaco come un quintale di merda non digerito...
"Pazienza", penso io, adesso, mi sfogherò durante la serata nelle innumerevoli conversazioni in cui mi intratterranno tutti...
Nemmeno questo.
Avete presente quello che succede quando muore il parente di qualcuno e tutti i conoscenti evitano a tutti i costi le conversazioni per timore di dire qualcosa a sproposito?
ecco...è questo che succede a me...
nessuna coversazione, nessuna conoscenza, passo le successive due ore da solo, isolato e non calcolato da nessuno.
ogni tanto un sorriso, una battuta di striscio, ma nessuno si ferma a parlare con me.
comincio a risentire quella sensazione di indifferenza o di disagio che mi colpiva i primi tempi del mio appello in rete.
inorridito dalla cosa, saluto gentilmente e me ne vado.

Dopo un'oretta di passeggiata a piedi per le strade di Roma, raggiungo l'hotel dove mi hanno prenotato la camera per dormire (un albergo a 4 stelle da 130 euro a notte, alla faccia degli sprechi e dei precari), ma prima mi compro una pizza personalizzata, mi piazzo a mangiare davanti la tele, sorbendomi tutto Ballarò.

l'indomani, appare Razzi, il grande Razzi, aggiungo.
appuntamento alle 8:45 del mattino, salgo sul Taxi, ci rechiamo alla redazione de La Repubblica...
quello che vado a fare lì è un segreto, lo sveleremo solo tra qualche settimana...
l'unica cosa che posso svelarvi è questa foto:


conclusione...
ma è mai possibile che in Italia ci beviamo tante cazzate dai politici senza dire una parola?
è mai possibile che non ci si renda conto che ci sono due o tre generazioni di falliti senza lavoro che stanno alla finestra aspettando solo di morire?
è mai possibile che si possa trovare un cazzo di contatto lavorativo solo avendo un minimo di 3000 amici su facebook e sotto quella cifra nulla di nulla?
è mai possibile che io debba andare ospite alle manifestazioni perchè sono uno che non ha realizzato nulla piuttosto che magari farlo per aver compiuto qualcosa di eccezionale?
è mai possibile che in questo paese per riuscire a realizzarsi bisogna per forza scendere a compromessi, sempre ammesso che si abbia gambe lunghe e quarta di reggiseno?

in fede
Bruno, il Superdisoccupato