mercoledì 22 giugno 2011

perchè boicottare le agenzie interinali - prima parte

 riportando dall'inchiesta de La Repubblica alla quale ho collaborato (il link QUI):


"Se non trovi lavoro, forse sei finito in una lista nera. Può capitare". La frase viene gettata là così, cruda e semplice, come la più elementare delle deduzioni. Siamo a Monza. A pronunciarla, durante una pausa pranzo che ha facilitato il clima delle confessioni, è Marta, la giovane dipendente di una delle più grandi agenzie interinali italiane che promettono lavoro per tutti. Bruno, siciliano, 38 anni, gli ultimi tre senza uno straccio di busta paga, alla lista nera non aveva mai pensato. Un elenco di persone segnalate perché partecipano a troppe manifestazioni sindacali o hanno dato dei 'problemi' che a fine contratto scompaiono dai database dei computer di tutte le filiali di una agenzia, per cui non verranno più mai chiamate.

E non è l'unica rivelazione che, tra un morso al panino e un sorso di coca cola, Marta fa a Bruno. "Gli annunci dei posti lavoro disponibile che mettiamo sui nostri siti web o direttamente sulle vetrine spesso sono vecchi, o già assegnati. Nessuno ti chiamerà mai per quelli". Bruno comincia a realizzare perché da tre anni gira come una trottola, in bicicletta per giunta, tra Monza, Agrate e Concorezzo battendo le agenzie della Brianza senza mai ottenere un posto. Eppure di aziende, fabbrichette, capannoni, depositi la zona è strapiena. Ma la botta, per Bruno, deve ancora arrivare. "Ci sono ditte  -  racconta candida Marta  -  che durante il primo colloquio ti chiedono di indicare per iscritto la persona che si conosce all'interno dell'azienda che offre il posto. Insomma, la storia è la solita. Puoi esser la persona più in gamba e intelligente del mondo, ma per alcuni posti ti serve comunque una raccomandazione anche con le agenzie interinali". Sono le 14, e ora Bruno ha le idee più chiare.

Ma facciamo un passo indietro. Esattamente alle nove di un mercoledì di giugno. Bruno esce come ogni mattina dalla sua casa di Concorezzo, periferia milanese. Sua per modo di dire. E' di un amico che gli ha fatto la cortesia di ospitarlo, senza pagare l'affitto. Bruno vive con la fidanzata. "Quasi ogni giorno faccio il giro di tutte le agenzie interinali della zona  -  dice  -  la risposta è sempre la solita: 'lasci il curriculum, se ci sono offerte la chiamiamo noi'". Da tre anni si mantiene offrendo brevi corsi di disegno al nero. Bruno infatti è un disegnatore di fumetti. Ma questa sua specialità al momento non paga. Il primo colloquio mattutino di Bruno, con l'agenzia Ramstad di Agrate Brianza, dove è già iscritto da mesi, dura davvero una manciata di secondi, giusto il tempo di sentirsi dire quell'odiosa frase: "Al momento non ci sono offerte. Le faremo sapere".

Non prima però di aver ritirato di nuovo il curriculum e di aver aggiornato i dati del profilo del candidato. Più si ingrassa il database dei disoccupati, infatti, più lo si aggiorna e più un'agenzia è appetibile per i suoi veri clienti, che non sono i lavoratori ma le ditte che offrono posti con contratto a termine. Eppure Bruno, che si presenta come operaio generico disposto a tutto, aveva notato un annuncio sulla bacheca che faceva al caso suo: posto disponibile per impiegato di magazzino. Ma interpellata su questo, la dipendente ha balbettato: "Sì, no, eh... in realtà per quello non stiamo più cercando".

Stessa solfa alla Manpower, dove a Bruno viene chiesto solo di aggiornare il profilo. Il passaggio in una filiale dell'Adecco, regala un'indicazione in più: "Ultimamente  -  dicono   -  a causa la crisi del mercato si ricercano solo persone con profili altamente specializzati". E allora Bruno se lo inventa, questo profilo specializzato: si presenta come saldatore di filo continuo. Beffa delle beffe: si sente dire che è più facile se si propone come operaio generico. "E' frustante, ti trattano come un pezzo di legno", si lascia scappare durante il breve spostamento tra una tappa all'altra, che comincia ad assomigliare a una caccia ai fantasmi. Gli annunci affissi nelle vetrine, potenzialmente interessanti, sono sempre già presi. Nemmeno aggiungendo una fittizia laurea in sociologia nel curriculum cambia le cose. Alle 18 Bruno, seduto sul giardino davanti alla sua abitazione sua, è esausto. Ha visitato una decina di agenzie. Il massimo che è riuscito a strappare è una promessa di un colloquio per il giorno dopo con una ditta che cerca uno specializzato. "Ma io quella qualifica me la sono inventata  -  dice Bruno  -  per cercare di avere qualche chance. Speriamo che nessuno lo scopra!". L'operazione di maquillage del curriculum in effetti non la scoprirà nessuno, perché interpellato al telefono il giorno dopo, Bruno ripete l'amara verità: "Non mi ha chiamato nessuno. Da domani ricominciamo a girare per agenzie".





fine prima parte

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