mercoledì 16 settembre 2015

Lo Stato smemorato




E' vero, lo Stato si ricorda dei poveri, dei disoccupati, dei precari, degli indigenti solo quando c'è da pagare.

Mi arriva l'ennesima cartella con tributi arretrati che non potrò pagare finchè non avrò un lavoro vero.
Ecco la mia risposta ad un sindaco di un paese della Bassa, in provincia di Cremona ( ho omesso i nomi e gli indirizzi per tutelare la privacy, per adesso) :


Alla cortese attenzione di

XXXXXXXXXXX
Sindaco di XXXXXX


Salve
Mi chiamo XXXXX Bruno XXXXXX (in arte Superdisoccupato).

Perdoni in anticipo il tono poco ufficiale di questa lettera, così come lo stile molto prosaico della scrittura, ma purtroppo le circostanze che mi impongono di comunicare con Lei sono tali da non consentirmi altri metodi che risultino più diretti ed efficaci, pur non venendo meno da parte mia il rispetto per l'autorità da Lei rappresentata.

Sono stato Residente nel Comune di XXXXXX dal 2006 al 2010.
Proprietario di un immobile sito in via XXXXXXXX 33.

Più volte, giustamente, negli ultimi anni, è stato recapitato all'attuale domicilio della mia ex moglie XXXXXXXXXXX ( residente a Palermo) un avviso di pagamento di I.C.I. arretrata, tributi di acqua e Rifiuti urbani ugualmente non pagati.

Ora, io sono assolutamente convinto che le tasse si debbano pagare.
Da questo punto di vista sono sempre stato un cittadino modello.
Il problema però è che tutte queste imposte, queste pendenze, accumulate dal 2008 fino alla conclusione della mia (nostra, familiare) residenza nel Vostro comune, non potranno mai essere pagate.
Almeno, non finchè non cambierà un piccolo ma importantissimo dettaglio, cioè che io o la mia ex moglie si trovi lavoro.

Lei, giustamente, non può essere al corrente di quella che è stata la nostra vicenda familiare ed economica, come giustamente non può essere di alcuna rilevanza ai fini del pagamento delle tasse (dovuto).
Eppure, cercando di sintetizzare, voglio illustrarla ugualmente, sperando ci si possa venire incontro in qualche modo almeno in nome di una qualche solidarietà umana.

Quando acquistai casa, nel dicembre del 2006, lavoravo per una cooperativa di servizi milanese, Apollo S.c.a.r.l. (forse ne avrà sentito parlare in relazione alle proteste di qualche anno fa presso l'Esselunga di Pioltello, dove appunto, lavoravo anche io).
In realtà la busta paga non avrebbe consentito l'erogazione di un mutuo da parte di Unicredit, troppo "magra" ma tant'è che in quel periodo i tassi di interesse erano bassi e i mutui sulla casa venivano concessi con facilità, ove invece ciò non accadeva, un modo "sottobanco" per spingere le pratiche si trovava, sempre.
La Kiron di XXXXXXXXXX fece appunto questo in nome dell'affare da mandare in porto.
"Gonfiò" la mia busta paga e così comprai la suddetta casa di Formigara.

Purtroppo però, nel maggio del 2007, un infortunio al ginocchio (non gradito dai miei datori di lavoro) causò il mio progressivo allontanamento dalla Cooperativa.
Non so se Lei abbia alcuna esperienza in questo campo, le cooperative non licenziano, semmai "allontanano", riducono le ore di lavoro fino a che l'operaio, stanco di ricevere buste paghe sempre più magre non decide di cambiare aria.

Ovviamente il risultato fu che dopo appena 6 mesi dalla stipula del mutuo, con molti mobili ancora imballati in casa, non riuscii a pagare le rate mensili.

Telefono tagliato, gas idem (passai gli ultimi 3 mesi del 2007 senza riscaldamento, senza acqua calda, senza poter cucinare, da solo, avevo mandato moglie e figlia in sicilia per "salvarsi" dalla situazione drammatica") e avvisi sempre più pressanti dell'Unicredit che minacciava ovviamente di levarmi l'immobile.
Senza soldi, senza lavoro, mi ero già messo in cerca di una nuova occupazione già da un po', ma l'auto si ruppe e, non potendola riparare, rimase da un meccanico vicentino (si ero arrivato anche fin lì per cercare lavoro) e lì restò, sequestrata coattamente per mancato recupero.

XXXXXXXXXXX non è propriamente un paese collegato perfettamente al resto della civiltà, lo sappiamo bene, per cui senza auto e senza altro, il lavoro era un'utopia irragiungibile, quindi collezionai molti NO ai colloqui e alle domande di lavoro.

Scappai, cos'altro avrei potuto fare?
Guarìi il ginocchio a palermo, a casa da mia madre.
Poi nel 2008 trovai un'occasione a Treviso, operaio chimico presso la Basf.
6 mesi di contratto e anche lì finì tutto.
Intanto cominciò la Crisi.
La banca mise in asta la casa di XXXXXXXXXXX.

Da allora, e Le risparmio ulteriori dettagli, ho vagato da lavori saltuari ad altri "a nero" fino ad oggi, tra Monza, Roma, Palermo, ma il massimo che io sia riuscito a guadagnare annualmente è stato nel 2013 con la ragguardevole cifra di 8400 euro.

Ovviamente, e non sto nemmeno a specificare come, posso dimostrare tutto.
Basta andare in un Caf per uno storico dei contributi.

Mia moglie invece, in pratica, non ha mai lavorato.

Ad oggi, non lavoro (nemmeno saltuariamente) dal giugno 2014.
Oltre che adattarmi ad ogni mansione (non sono uno choosy) sono anche un illustratore di libri e fumetti, ma questa attività non mi porta in tasca più di 500-1000 euro annui, spesso in forma di royalties erogate in micro-cifre da 100-200 euro quando gli editori decidono di pagare (anche con contratto).

Se Lei fosse al posto mio, avendo a malapena 200 euro in tasca di media al mese (quando va bene) pagherebbe le tasse o comprerebbe da mangiare per i suoi figli (la mia, XXX, compirà 13 anni il 12 ottobre e ha imparato a non chiedere mai nulla ai suoi genitori disgraziati... )?

Non sono una vittima, sia chiaro, errori ne ho fatti e ne continuo a fare nonostante tutto.
Come magari riuscirà a capire da queste righe, una cultura io l'ho, non sono l'ultimo degli ultimi, almeno in questo...
Ho fatto scelte sbagliate che si sono sommate tragicamente a quelle fatte dal sistema.

Ho cercato centinaia di volte di cambiare tutto e ricominciare da zero, la volontà non mi manca, nemmeno l'energia, ma al momento non cambia il dato di fatto che non posso pagare ciò che mi si chiede.

Adesso vivo a Palermo, Via XXXXXXXXX 29, ospite di mia madre.
Non possiedo nulla.
Vivo con ciò che mia madre stessa può passarmi, lei, pensionata, ex maestra elementare con mutuo (non ho padre), che mi dà una mano persino per comprare penne e quaderni per la scuola di mia figlia.

Non ho vizi, non ho hobby se non quello di scrivere e disegnare, non ho impegni, se non quello quotidiano di fare i conti col mio passato, di rinforzare le spalle gravate di tante responsabilità, di mandare domande di lavoro ovunque.
Ho 42 anni, a maggio 43, e non c'è più posto per me e quelli come me.
Non posso avere un sostegno alla disoccupazione perchè la legge Fornero mi taglia fuori (essendo un ex co.co.pro.) e il Jobs Act non include il mio profilo in quelli tutelati.
Non posso avere un sostegno all'abitazione perchè seppur la casa di XXXXXX sia stata assegnata all'asta ne risulto ancora intestatario per la cartolarizzazione che non posso cambiare (onerosa).

Non sono nemmeno uno che se ne frega (perdoni il frasario)... ho manifestato assieme ad altri disoccupati "over 35" la mia situazione pubblicamente, ricevendo addirittura la tessera ad honorem del PD di monza, invitato a destra e manca per tv e radio (Civati a Fermata Italia, Radioarticolo1 a Roma, La Repubblica, alla Rai per La Vita in Diretta...) ma non è mai cambiato nulla e ho smesso di affidare la mia vita alla politica.

Se vuole le prove cerchi pure "Superdisoccupato" su Google.
Sono io.

Mi trovi un lavoro, qualunque sia, una stanza dove poter dormire e io le pagherò tutto ciò che vuole.
In mancanza di ciò, non esiste altro con cui io possa assolvere ai miei obblighi.
Perchè lo Stato Italiano non può ricordarsi di me solo quando c'è da pagare.
Possiedo solo testa per pensare, braccia per lavorare e cuore per vivere.
Anzi, sopravvivere, perdoni il refuso.

la ringrazio per l'attenzione

distinti saluti



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