domenica 1 marzo 2015

Perchè continuare a scrivere?



Ecco, oggi mi pongo questa domanda e non solo.

Perchè continuare a fare quel che faccio, anche se non molto spesso, come Superdisoccupato?
Perchè continuare a scrivere di questo o quel problema?
Perchè qualcuno dovrebbe ascoltarmi quando ormai tutta l'italia è costellata di storie gravi?
Cosa ho da dare io al mondo?

Non ho una risposta per nessuna di queste domande.
E anche quando le avessi, non credo che interesserebbe a nessuno dei miei contatti in rete, o ai miei "amici", il loro silenzio in più occasioni è più eloquente di qualsiasi cosa.

Non sono un esperto di politica, nè di economia, nè di sociale, o un costituzionalista, io non so nulla di nulla, sono una persona normale, terribilmente banale e nella media, con una cultura che non eccelle, con opinioni che non scandalizzano, non fanno breccia in alcun cuore, in alcuna mente.
Sono un 6 politico vivente, come tanti.
Nella vita, nel lavoro, nei rapporti con gli altri, sono ne più ne meno di questo, un 6.

il 6, ovvero la sufficienza, come insegnavano a scuola, un voto che non interessa nessuno eccetto chi se lo porta a casa, perchè è un voto appena accettabile per stare a posto con la propria coscienza.
Ho fatto il compito previsto, nulla di più, promosso senza pretendere null'altro.

Però la sufficienza, se va bene a scuola, va bene a 9, 14, 18 anni, a 42 non va più bene.
Arriva un momento in cui cominci a renderti conto che hai più orizzonte se guardi indietro che avanti.
Arriva il tempo dei ricordi, delle nostalgie, dei rimpianti e se per caso non hai una vita piena, ma stagnante, ricca di pause, la testa prende il sopravvento e non fai altro che pensare, rimuginare, rimestare su questo o quel fatto e inevitabilmente non ne esci più.

Ti accorgi che non hai più voglia della sufficienza e per una volta vorresti tornare a casa e mostrare a papà e mamma un 8, un 10, una volta sola, così sapresti davvero il tuo valore.

Purtroppo la vita però non è come ce la descrivono a scuola, non è variopinta e facilmente schematizzabile come nei sussidiari delle elementari, non è il resto di una sottrazione nè la somma degli addendi.
Anzi, è più complicata del risultato di un logaritmo e le varianti son così tante che per ogni occasione sprecata esistevano infinite possibilità di scelta e tu hai utilizzato la più misera, sbagliando tutto.

Penso troppo, lo so.
Una cosa però la so per certa.
Non dovevamo vivere così.
Non era questo il futuro a cui dovevamo, nella peggiore delle ipotesi, essere destinati.

Siamo nati nel benessere, ci promettevano benessere, adesso arranchiamo a dispetto di ogni chimera da mulino bianco.
Ci bombardano di belle macchine, di belle cene, di drink, di soluzioni vacanze, ma scostando lo sguardo dalla tv la tavola è vuota, la tasca è colma solo di aria e se è vero, com'è vero che i soldi non danno la felicità, la loro assenza provoca mancanza di dignità, di occasioni, di tempo per realizzare un mondo.

Vorrei smettere di fare il Superdisoccupato, ma troppa gente grida male, troppa gente urla senza motivo, sono tutti arrabiati per partito preso e non guardano la luna, ma solo il dito.
Non c'è scopo, non c'è obiettivo, c'è solo indignazione fine a sè stessa e ogni lamento si ammanta di pornografia, illecitamente, scompostamente espulso nella realtà dopo essere stato incubato per pochissimo tempo nella mente.
Finto impegno sociale, surrogati di figli i gattini piazzati nelle bacheche, tante parole, come fiumi ma poca azione.
Indignazione da bar, a partegiare per questo o quel politico senza capire da dove viene, da dove si viene noi e dove si va.
Credere alle bugie continue e spudorate, una narrazione falsata dalle cravatte colorate, dalle bocche rifatte, dalle acconciature e dai make up freschi di truccatore.
A me tutto ciò sta stretto.
A me tutto ciò non piace e se potessi mi proporrei per una missione senza ritorno verso marte.
Ma non posso, non ho il fisico e mia figlia mi vuole qui, adesso, a tenerle la mano, ad abbracciarla quando si sente fragile e sola nel mondo.
Devo alimentare quella risata argentina, quello sguardo fiducioso, innocente, anche se non ha ancora compreso che suo padre non ha mai imparato a vivere e quando ha provato a farlo ha fallito miseramente.
Devo risolvere tutto prima che lei comprenda, prima che anche lei arrivi al punto di guardarsi indietro e dire le stesse parole che oggi ho detto io.
La catena va spezzata e se un Superdisoccupato è in grado di spezzarla, per quanto possa sembrare ridicolo, inutile, un Superdisoccupato la spezzerà.
Per questo continuo.
Perchè Superdisoccupato è il mio 8 in pagella e lo è stato tante volte.
Lo è stato nel leggere 500 mail di altri disoccupati e disperati in tre giorni.
Lo è stato nel parlare in radio, parlare davanti a politici nel parlare davanti una telecamera.
lo è stato nell'andare a investigare sulle storture del sistema interinale, lo è stato nel protestare pubblicamente in piazza.
Lui è stato persino un 9 in pagella quando i pensionati si trovarono 2 euro di pensione e nessuno lo sapeva.
Quando venivano licenziati da un lavoro nero impiegati di una ditta sporca che però aderiva da facciata alle iniziative antipizzo.
Quando uno sfortunato uomo paralizzato dalla testa in giù avrebbe dovuto attendere 6 mesi per ottenere un diritto all'assistenza.

I miei voti belli in pagella in fondo ce li ho.
Me li sono meritati.
Ne voglio ancora, non sono nato per accontentarmi della sufficienza.
In fondo è uno scopo come un altro.
Non ho più un lavoro, non levatemi anche questo.



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