mercoledì 18 marzo 2015

Vuoi la casa? Aiutami a costruirla...e poi lavora da noi.



Sono un inguaribile romantico e non soltanto.
Non potendo nutrirmi delle promesse che la società civile mi fa da quando son nato, imperterrito, mi nutro di utopie.
Lasciatemelo fare, almeno questo.

Immaginate un palazzo di abitazione popolare, senza troppi fronzoli, ma tecnologicamente adatto alle vere esigenze moderne della vita quotidiana.
Cablato per la fibra ottica, ascensori mediamente decenti, riscaldamento autonomo in ogni abitazione, pannelli solari, attrezzature per riciclaggio dei rifiuti, garage con autorimessa, cantine, videocitofoni, pulizia scale e zerbini con scritto "Salve" davanti alla porta di ogni appartamento.
Un condominio mediamente grande, magari in grado di ospitare dalle 50 alle 100 famiglie, magari di più.
Monolocali ampi e luminosi per single, bilocali per coppie, quadrilocali per famiglie medie.

Immaginate che al piano terra non vi siano i classici negozietti, ma tra un portone e l'altro due o quattro centri commerciali di quelli tosti, tipo Auchan, coop, Esselunga e roba simile.
Magari diversificati nell'offerta, tipo un mediaworld e che sò, un Decathlon, per fare qualche esempio.

Immaginate ora che il palazzone in questione sia stato costruito in compartecipazione da questi colossi della grande distribuzione e lo Stato (in tutte le sue forme, comune o regione - le provincie non le nomino, si dice che non ci siano più).

Immaginate pure che chi lo abita lavori all'interno di questi centri commerciali.
Loro e solo loro, senza alcun intervento esterno, eccetto magari i dirigenti.

Provo persino ad ipotizzare che per incentivare l'investimento si sia concesso per un tot anni alle sopracitate aziende la fornitura in esclusiva di mense e servizi statali.

Immaginate poi che fin dall'inizio la manovalanza generica utilizzata per costruire sia stata presa dalla gente stessa che vi abiterà e lavorerà

Finchè abiti lì, lavori lì.
Finchè lavori lì, abiti lì.

Casa e lavoro nello stesso luogo.
Zero perdite di tempo nello spostamento, zero inquinamento, zero consumi energetici abbinati, zero assenze per finte malattie, zero more e sfratti per mancati pagamenti degli affitti, zero disoccupazione in zona, zero criminalità, affari a go go.

Senza discriminazioni o prelazioni.
Tutti uguali, italiani, stranieri, tutti insieme, stesse possibilità, stessi sforzi, stessi doveri, stessi diritti.

La globalizzazione la si potrebbe cavalcare per produrre una vera crescita.
Grandi opere?
No, solo opere grandi, che fanno bene a tutti, a chi le usa, a chi le fa e a chi investe.

Io la butto lì, magari si può fare.
 Metto dentro anche un altra offerta:
Strade e logistica varia tutte attorno affidate con lo stesso concetto a chi costruisce automobili.
Le auto? Elettriche, possibilmente.
Magari non acquistate, ma anche affittate, assieme agli appartamenti...

Io la butto lì.
Cosa mi costa...
Cosa ci costa sognare un po'?
Magari domani ci si sveglia ed è realtà.

In fede

Il Superdisoccupato

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