giovedì 21 luglio 2011

La storia di Tiziana


Questa volta, anzichè parlare di me e delle mie iniziative, vi parlo di una delle persone che ho avuto il piacere e l'onore di conoscere in rete.
Ecco un'altra storia vera che vi voglio presentare
direttamente dalla sua "tastiera": Tiziana.




"Mi chiamo Tiziana, ho 31 anni e vivo a Brescia.
Sono quella che i nostri cari politici (maleducati, irrispettosi e soprattutto poco consapevoli della realtà vissuta da migliaia di cittadini) chiamano “bambocciona”; alla mia età infatti vivo ancora in casa con i miei genitori, costretti a mantermi soprattutto in questo periodo: da un anno infatti sono disoccupata.
Quando rinnoverò la carta d’indentià, alla voce professione farò scrivere “precaria”, perché anche quando lavoravo, è questo che sono sempre stata, da undici anni a questa parte. Anche se sarebbe più corretto definirmi “precaria- semidisoccupata”, visto che i periodi lavorativi sono stati intervallati da lunghi periodi di disoccupazione.

Nel 1998 ho conseguito il diploma magistrale e nel 1999 l’attestato di frequenza dell’anno inegrativo, che una volta serviva a chi aveva fatto le magistrali per avere la possibilità di accedere a concorsi e facoltà a numero chiuso; appena finita la scuola ho cominciato subito a cercare lavoro; mi sarebbe piaciuto molto fare l’impiegata, ma siccome il mio obiettivo principale era uscire al più presto dalla famiglia per crearmi uan vita indipendente, ho deciso di spaziare nella mia ricerca di lavoro cercando anche in altri settori-, praticamente ho deciso di accettare qualsiasi lavoro, purchè serio, convinta prima di tutto del fatto che finchè non si prova un lavoro non si può dire se ci piace o no con certezza, poi del fatto che la mia adattabilità non solo mi avrebbe insegnato molto (lavorativamente parlando) , ma anche del fatto che la mia buona volontà prima o poi sarebbe stata riconosciuta e premiata, trovando finalmente il posto fisso che mi serviva.
Ingenua? Stupida? Credulona? Non lo so…sta di fatto che, a tutt’oggi, nulla di ciò che pensavo si è avverato.
Ho fatto la cassiera per il periodo natalizio, ho lavorato in un MacDonald’s, ho fatto le pulizie, ho lavorato due anni come assistente ad personam in una scuola elementare (tramite cooperativa), ho fatto la baby sitter, e per otto anni ho lavorato come precaria presso il Comune di Brescia (la mia città) come maestra d’asilo. Supplente giornaliera..sapete cosa significa?
Significa che tutto dipende dalla chiamata che potrebbe arrivarti al mattino; non sai mai se arriverà, questa chiamata, e quindi vai a dormire la sera senza sapere se il giorno dopo lavorerai, con chi, dove, per quanto tempo; perché la supplenza può essere di un giorno, di una settimana, di tre giorni….
A volte capita che per cinque giorni di fila cambi cinque scuole diverse. Immaginate voi di vivere così per otto anni? Io l’ho fatto…ma forse di questo potrei parlarne un’altra volta, se Bruno sarà d’accordo.
Ho sempre trovato comunque, solo lavori precari, senza alcuna prospettiva per il futuro.
Faccio presente che sono anche gli unici lavori che ho trovato nel corso degli anni, cioè sono gli unici che ho avuto l’opportunità di fare, rispetto alle decine di colloqui avuti e rispetto soprattutto alle centianaia di CV mandati per qualsiasi lavoro.
Ho cercato lavoro come operaia, visto soprattutto che gli industriali di Brescia spesso piangono miseria alla Tv o sui giornali dicendo che sono costretti ad assumere stranieri perché tra gli italiani non trovano operai; ma delle fabbriche da me interpellate solo due mi hanno risposto, negativamente; e adducendo come motivazione che preferiscono assumere extracomunitari anzichè persone diplomate o laureate.
Ho cercato, e continuo a farlo, presso imprese di pulizia, ma anche lì la strada è spianata solo per gli extracomunitari. Oppure non rispondono.
Non parliamo poi di negozi e supermercati; sono capaci di tenere per mesi il cartello “cercasi personale”, senza minimamente convocarti per un colloquio, nonostante si mandino più volte il CV.
Nel corso degli anni come ho detto ho fatto vari colloqui; spesso sono stata rifutata con le motivazioni più varie e assurde: “lei ha un diploma magistrale, quindi è adatta solo a un lavoro di tipo umanistico”, “Il diploma magistrale non conta nulla sul mercato del lavoro, è inutile che lei cerchi perché tanto non lo troverà mai!”; “ E’ troppo vecchia per trovare un lavoro alla sua età, cosa sperava? Doveva svegliarsi prima!”. Non parliamo di quella volta che l’interlocutore mi ha riso in faccia dicendo che il mio era un diploma di merda (scusate la parola)….
Insomma, tutte le scuse possibili e immaginabili: in alcune agenzie per il lavoro mi hanno caldamente sconsigliato di dire che ho lavorato come maestra ; non ho seguito il consiglio e ne ho pagate le conseguenze, facendo i colloqui mi sono accorta che aver fatto la maestra è visto peggio di una malattia contagiosa e incurabile, quindi da evitare.
Quindi a 31 anni non sono libera di vivere una vita degna di questo nome, sono ancora sulle spalle degli altri (vivo un situazione familiare difficile per cui sarebbe urgente andarmene di casa) la cosa mi sta facendo soffirre tantissimo e rovinando la salute, sia fisica che psicologica: il mio medico di base mi ha detto che sono sulla strada per la depressione. Non mi stupisce in internet ho trovato vari articoli di medicina e psicologia che confermano il precariato e la disoccupazione tra le principali cause di depressione.
Scusate se mi sono dilungata, ma anche io come tutti voi, non ho mai trovato una voce che mi abbia ascoltato e aiutato. Anzi…."

Tiziana

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