venerdì 29 luglio 2011

lettera ad Umberto Bossi


Io e Marco Sambruna abbiamo fatto partire una mail collettiva per informare chi di dovere che OGGI proveremo a consegnare ad Umberto Bossi, in visita qui a Concorezzo, una lettera ufficiale per sensibilizzare sul tema della disoccupazione.
Ogni commento al riguardo mi pare superfluo, per le lamentele, andate pure a rivolgerle a tutti gli altri politici che non ci hanno dato retta, di ogni parte politica....



"Spett.le Onorevole Bossi,

Le scriviamo consapevoli che la nostra voce è una delle tante che tentano di farsi udire nel marasma del rumore sociale: eppure vogliamo provare ugualmente.

Ciò che le chiediamo è molto semplice: desideriamo poter parlare con Lei per rappresentarle, per come realmente è, una situazione a tutt’oggi pressochè sconosciuta, spesso sottovalutata e oggetto di numerosi pregiudizi.
Stiamo parlando del dramma di circa 1.500.000 di Italiani rimasti senza lavoro dopo i 40 anni, che veramente non sanno più a che santo votarsi.
Persone vere, non scarti.
Non numeri di statistiche, non voti da comprare con promesse mai mantenute.

Persone.

Ci siamo rivolti a molti interlocutori istituzionali a tutti i livelli, politici schierati a destra (l’ultimo due giorni fa ) e a sinistra, organizzazioni sindacali di ogni sigla, ma sempre abbiamo avuto la sensazione ( leggasi certezza ) di scontrarci contro un muro di gomma.
Chi le scrive sono due disoccupati (due dei tanti) che vorrebbero parlare con Lei di questo grave problema collettivo e che le vogliono chiedere sul piano individuale e politico una presa di posizione ufficiale.
Siamo due disoccupati, è vero, ma abbiamo tuttavia il pessimo difetto di non riuscire a rassegnarci all’infelicità nonostante le ormai innumerevoli porte che ci sono state sbattute in faccia.
Non siamo vittime, perchè non vogliamo esserlo.
E non è solo una nostra caratteristica peculiare...
La voglia di rialzarsi appartiene indistintamente a tutti coloro che in questo momento vivono questa situazione di non-vita.
Alcuni son delusi, è vero, e altri hanno rinunciato a lottare, ma il motivo è solo uno: siamo stati lasciati a noi stessi.

Praticamente abbiamo cessato di cercare lavoro tramite i canali consueti perchè sappiamo bene di non avere alcuna possibilità lungo questa via, e coloro che ancora restano avvinghiati ai metodi tradizionali spesso restano impaludati e stagnanti in un limbo senza fine.
La disoccupazione è un problema che investe tutti, non solo chi non ha lavoro.
Perchè non possiamo contribuire alla crescita economica del paese, sia come "produttori" di benessere che come "consumatori"...
Nonostante ciò continuiamo a pagare le tasse come gli altri, in qualsiasi forma si presentino, anche se con notevoli difficoltà, visto che quasi tutti noi viviamo con non più di 200 euro al mese quando va bene...
tra l'altro, solo il 30% di noi godono di sostegni economici alla disoccupazione.

La nostra unica speranza è riuscire in progetti che ci riguardano, iniziative personali, creatività che si materializza in idee che intendiamo sviluppare, sulle quali vogliamo confrontarci anche con Lei ed il suo partito, senza dare per scontato che ideologicamente il problema del lavoro sia appannaggio solo di certa parte politica.

Onorevole Bossi, qui si rischia grosso, specialmente continuando a percorrere questa strada di continui conflitti istituzionali e indifferenza...
Innanzitutto perchè ormai è opinione comune che si debba tornare, come unica possibilità di un economia sostenibile da tutti, allo scambio di competenze in cerchie ristrette, ignorando il sistema economico globale ( per noi non è affatto un male, per qualcun altro si )...
Inoltre, perchè quando un elettore del Nord è disoccupato ( o ha i figli disoccupati, o peggio, ha perso l'attività commerciale creata in una vita intera ) alla stessa stregua di uno del Sud, tutto appare a rovescio, manca la terra sotto i piedi, ed il consenso inevitabilmente cala, e con esso la fiducia nello Stato.

Dialoghiamo, stringiamoci attorno ad un tavolo con la voglia di risolvere il problema, o almeno iniziare a muovere i primi passi.

Mettiamo tutti da parte critiche, posizioni politiche e incontriamoci da persone che collaborano per il bene comune, aldilà delle definizioni, aldilà delle incomprensioni o delle dichiarazioni infelici...
Non chiediamo soldi, ma opportunità.
Non chiediamo altro che un intervento concreto per trasformare sogni e speranze in realtà, in futuro, per noi e i nostri figli.
Visibilità per ampliare e rendere operativo un discorso che permetta a tutti i disoccupati, sia giovani che over 40 di uscire dall'ombra dell'indifferenza.

E’questo al momento l'unico lavoro che ci siamo assegnati: parlare, ahinoi, di un problema che conosciamo molto bene per averne sperimentato sulla nostra pelle tutte le conseguenze e le difficoltà del caso.

se è vero che la politica è a servizio dei cittadini e non il contrario, ci serve una mano senza la quale tutto inevitabilmente diventerà più difficile.
Per tutti.
Abbiamo bisogno di interlocutori veri e motivati del mondo politico, ancora troppo distante.

Le chiediamo quindi la possibilità di un incontro con Lei o con altro incaricato di Sua fiducia.


Grazie della sua attenzione.

Bruno, il Superdisoccupato & Marco Sambruna

1 commento:

Anonimo ha detto...

....uhmmmm...prima bisogna aspettare che faccianopassare ik processo lungo.......poi quello breve poiquelloperlaruby....poiquello.....